Altro che libertà del web: i potenti ci sguazzano. Rodotà avverte: "La tecnologia illude di aprir porte, ma spesso chiude in stanze vuote"
Gli studiosi: democrazia diretta? Si rischia il populismo
ANNA MASERA
TORINO
La libertà è partecipazione, è il ritornello di una vecchia canzone di Giorgio Gaber. In quest’era digitale, ci si casca volentieri nella retorica tecno-entusiastica di Beppe Grillo sulla grande libertà di informazione e possibilità di partecipazione democratica resa possibile da Internet. O meglio dal «Web 2.0», termine di moda per definire quella rete sociale globale che celebra il trionfo dei «dilettanti» e dà l’illusione ai singoli cittadini di contare allo stesso livello dei governi e delle multinazionali, almeno online. Ma attenzione, avvertono gli studiosi del fenomeno, a non confondere le straordinarie potenzialità del mezzo con una conquista di e-democrazia, tutt’altro che raggiunta. Anzi: sempre più un miraggio.
«Il fenomeno Grillo in Italia» è una forma di «cyberpopulismo», democrazia plebiscitaria elettronica che trova in Internet uno strumento non meno adeguato della vecchia tivù, sostiene Carlo Formenti, autore di Cybersoviet (sottotitolo «Utopie postdemocratiche e nuovi media»). Secondo Formenti la retorica del Web 2.0 sta alimentando illusioni sulle prospettive della democrazia digitale. Grillo attribuisce ai nuovi media elettronici un ruolo rivoluzionario puntando sulla «postdemocrazia come utopia»: dove le decisioni non vengono prese a colpi di maggioranze o minoranze, ma all’unanimità, attraverso il convincimento reciproco e l’attribuzione di leadership nei confronti di chi si conquista la fiducia del gruppo. Ma attenzione: da una parte i blogger in vetrina riducono la sfera pubblica a sommatoria di conversazioni private e indeboliscono la capacità di influire sul sistema politico e mediatico. Dall’altra non ci sono garanzie di trasparenza, che deve essere «asimmetrica»: controllo dei governi che devono operare in una «casa di vetro», ma tutela per il diritto alla privacy dei cittadini.
I cybersoviet sono le comunità virtuali create dal popolo della rete. E di conseguenza la democratizzazione del Web 2.0 non prelude a una presa del potere dai parte dei produttori/consumatori, bensì «all'espropriazione capitalistica dell'intelligenza collettiva generata dalla cooperazione spontanea e gratuita di milioni di donne e uomini».
La tecnologia «dà l'illusione di aprire le porte alla libertà, ma poi spesso ci si ritrova in stanze vuote chiuse a chiave» avverte Stefano Rodotà, ex Garante per la privacy. Un esempio? The Economist cita la falsa e-democrazia di un indirizzo Internet diponibile per comunicare con un premier, che in realtà collega i cittadini solo a un computer: in cambio di questa promessa di accesso, subiamo la volontà di controllo di governi e aziende. «Il potere politico ed economico sa oggi infinitamente più cose sui cittadini di quante essi non ne sappiano sui potenti».
Dal Web 2.0 emergono nuove disuguaglianze, smentendo il mito di una nuova «giustizia distributiva»: il cosiddetto «digital divide» non si riferisce solo a chi ha e chi non ha accesso a Internet, ma alla stratificazione sociale che si crea fra differenti categorie di utenza: l’élite rispetto alla massa. «E’ ora di decostruire l’inganno del Web 2.0», sintetizza il teorico dei media australiano-olandese Geert Lovink, nella raccolta di interventi dal titolo «Web 2.0: Internet è cambiato. E voi?») di Vito di Bari. «Invece di celebrare i “dilettanti”, dobbiamo sviluppare una cultura di Internet che aiuti i “dilettanti” (in maggioranza giovani) a diventare “professionisti”». Perché Beppe Grillo riempie le piazze, ma sono sempre troppo poche le voci che chiedono ai governi di adottare e applicare regole chiare e condivise per l’e-democrazia.
www.lastampa.it/masera
domenica 27 aprile 2008
domenica 20 aprile 2008
La paura è...

Questo è il periodo degli stupri... Non si sa perchè ma in alcuni periodi dell'anno sembrano aumentare... almeno così dice la televisione...
Prima era il periodo dei pirati della strada e prima ancora... non me lo ricordo più...
Forse non era importante...
Sono stanca di avere paura, di provare emozioni che non mi appartengono, schiavizzata e strumentalizzata.
Che cosa posso fare? Ci sono corazze pericolose, Vergini di Norimberga, spietate ed impercettibili...
Moriremo comunque ma almeno consapevoli.
Il pauroso non sa che cosa significa esser solo: dietro la sua poltrona c'è
sempre un nemico.
sempre un nemico.
Friedrich Nietzsche
venerdì 18 aprile 2008
Ha perso l'Italia
domenica 6 aprile 2008
venerdì 4 aprile 2008
Sono un cucciolo rotto

La scadenza delle pagelline e gli strafalcioni degli studentelli italiani hanno contribuito a minare la mia salute... Mea culpa, mea grandissima culpa.
La deambulazione procede ma il dolore è ancora un compagno costante... e noiosamente presente... nonostante le previsioni... "Entro due settimane dovrebbe passare".
Quando finirà?
Ma soprattutto, nel caso, posso riavere il mio bel fisioterapista?
giovedì 3 aprile 2008
BUONGIORNO

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