mercoledì 18 giugno 2008
C'era una volta la notizia
MILANO — «Pronto? Sono Silvio Berlusconi e vorrei comprare i coltelli». Scrive Mario Prignano sul settimanale «A», in edicola da oggi: «Quando al centralino della televisione hanno sentito qualcuno che diceva di essere il presidente del Consiglio e voleva acquistare dei coltelli, hanno pensato a uno scherzo. Fino a quando il compratore non ha comunicato il numero della carta di credito e l'indirizzo di Arcore al quale far recapitare la merce». Allora ci hanno creduto. E in effetti, l'illustre compratore, il premier, non è nuovo ad acquisti di prodotti visti nelle televendite, programmi che proprio lui, con la tv commerciale, ha contribuito a lanciare e che sulle reti Mediaset sono sempre in voga.
lunedì 9 giugno 2008
FLESSIBILITà
martedì 3 giugno 2008
domenica 1 giugno 2008
La realtà supera la fantasia, quindi, per favore, un pò di afasia
Gentilini: stop ai cani stranieri
Il prosindaco di Treviso: «Chiedo un salto di qualità» Gelo dei veterinariTREVISO
Tolleranza zero, difesa dei diritti degli italiani, salvaguardia delle tradizioni locali. Non sono temi nuovi, quelli sul tavolo del prosindaco di Treviso, il leghista Gentilini. Solo, questa volta, la crociata è a difesa dei cani. Italiani, certo.
«Non vogliamo razze straniere - ha detto il vicesindaco- oggi chiedo un salto di qualità: avere come amico dell’uomo i cani e le razze che avevano i nostri progenitori. Vogliamo quegli amici dell’uomo che accompagnavano i nostri agricoltori e rispettavano l’economia floreale».
La notizia, riportata dalla "Tribuna" di Treviso ha suscitato la reazione di allevatori e veterinari. Ha detto Fabio Fattori: «I cani sono sempre incroci di razze che vengono da diverse aree geografiche. È difficile trovare una razza italiana di cane, figuriamoci una veneta o addirittura trevigiana». Anche l'allevatore Guido Pontello smentisce l'esistenza di "padani a quattro zampe". «Al massimo l’unica connotazione possibile è nazionale, vedi il setter inglese o il bracco italiano. Più specifici non si può andare».
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