Nigeria: islamico 87enne divorzia da 82 mogli
LAGOS (Nigeria) - Un nigeriano di 87 anni ha divorziato da 82 delle sue 86 mogli per mettersi in regola con la legge islamica, secondo la quale il massimo di mogli consentito e' quattro. Lo ha riferito oggi l'agenzia locale Nan. Mohammadu Bello Masaba, abitante di Nupeland, nello stato centrale del Niger, ''ha accettato sabato sera di rimanere 'solo' con quattro mogli per adeguarsi al santo Corano'', ha scritto l'agenzia. (Agr. Corriere della sera, 31 agosto 08)
domenica 31 agosto 2008
martedì 26 agosto 2008
lunedì 25 agosto 2008
Io odiooo la tecnologia!!
Avete presente il mitico puffo Quatrocchi???
Non lo so in realtà che cosa c'entra...
Sto male...
A fianco a me un cd sta formattando il mio amato pc e io soffro.... anche se ho il backup dei dati...
Tra poco potrei avere una crisi isterica...
Ero in palla chiamando l'assistenza. "le do il numero di pratica: 199..." Cazzo, le stavo dando il loro numero di telefono... La tipa se n'è accorta - in verità anch'io - e pazienza e sorridente ha detto "E' lunedì per tutti!!" Che figura del cazzo...
I miei neuroni si stanno eclissando assieme alla percentuale di cancellazione del mio pc... 11%...
Il numero lampeggia minaccioso... Il caricamento della fine è lento... e chi se ne frega se sarà un nuovo inizio... Adesso è solo dolore...
La notte è passata insonne... Certo non posso imputare tutto a questa seccatura... In fondo se non avessi dormito per l'ansia magari ora dovrei essere più serena...
Voglio fare un pò di congetture... così, a caso, tanto per passare il tempo... per tenere occupata la testa lontano dai problemi veri... che magari si annoiano e se ne vanno...
Sono seduta vicino alla finestra, con la finestra aperta... Non è la mia solita postazione. Fuori non si sente odore di estate al calare ma uno strano odore di erba bruciata, che però non assomiglia affatto a quella tagliata dai vicini stamattina.
Il postino è appena uscito dal mio condominio e potrei scendere nel tentativo di scoprire cos'è questo profumino o forse potrei restare qui un pò in paranoia sperando che i fumi facciano il loro corso...
Non lo so in realtà che cosa c'entra...
Sto male...
A fianco a me un cd sta formattando il mio amato pc e io soffro.... anche se ho il backup dei dati...
Tra poco potrei avere una crisi isterica...
Ero in palla chiamando l'assistenza. "le do il numero di pratica: 199..." Cazzo, le stavo dando il loro numero di telefono... La tipa se n'è accorta - in verità anch'io - e pazienza e sorridente ha detto "E' lunedì per tutti!!" Che figura del cazzo...
I miei neuroni si stanno eclissando assieme alla percentuale di cancellazione del mio pc... 11%...
Il numero lampeggia minaccioso... Il caricamento della fine è lento... e chi se ne frega se sarà un nuovo inizio... Adesso è solo dolore...
La notte è passata insonne... Certo non posso imputare tutto a questa seccatura... In fondo se non avessi dormito per l'ansia magari ora dovrei essere più serena...
Voglio fare un pò di congetture... così, a caso, tanto per passare il tempo... per tenere occupata la testa lontano dai problemi veri... che magari si annoiano e se ne vanno...
Sono seduta vicino alla finestra, con la finestra aperta... Non è la mia solita postazione. Fuori non si sente odore di estate al calare ma uno strano odore di erba bruciata, che però non assomiglia affatto a quella tagliata dai vicini stamattina.
Il postino è appena uscito dal mio condominio e potrei scendere nel tentativo di scoprire cos'è questo profumino o forse potrei restare qui un pò in paranoia sperando che i fumi facciano il loro corso...
sabato 23 agosto 2008
BALLATA DI CHI NON VUOLE FARE L'AMORE ALL'OSCURO Chely Lima
In questa ora di letto e silenzio
cosa siamo se non bambini
con la favolosa miseria
di non avere più vita che la vita
propria
di bambini dipendenti dal loro sesso.
Accendo la luce diretta al cielo
per vedere i colori della tua carne.
Accendo la luce
apriti in modo di
essere frutta spaccata e ripartita.
cosa siamo se non bambini
con la favolosa miseria
di non avere più vita che la vita
propria
di bambini dipendenti dal loro sesso.
Accendo la luce diretta al cielo
per vedere i colori della tua carne.
Accendo la luce
apriti in modo di
essere frutta spaccata e ripartita.
A Travale c'era un prete che sapeva parlare proprio bene. Ti ci incantava. E le vecchie, in chiesa, lo ascoltavano a bocca aperta. Dice che una sera, di venerdì santo, s'era accalorato così tanto nel raccontare delle sofferenze e della morte di Cristo, che tutte le donnine che erano in chiesa si erano messe a piangere. Dice che quando se n'accorse, non sapendo come fare a farle smettere gli disse 'Oh, donne, via, che piangete a fare: son cose tanto vecchie e poi non son mica vere!'
http://sienadgt.blogspot.com/2007_07_01_archive.html
http://books.google.it/books?id=faF5gweL_xEC&pg=PA23&lpg=PA23&dq=il+prete+di+travale&source=web&ots=_gIakOoV3H&sig=pKbmGwyOzqDOZX82OQiv4KJrg28&hl=it&sa=X&oi=book_result&resnum=4&ct=result
http://sienadgt.blogspot.com/2007_07_01_archive.html
http://books.google.it/books?id=faF5gweL_xEC&pg=PA23&lpg=PA23&dq=il+prete+di+travale&source=web&ots=_gIakOoV3H&sig=pKbmGwyOzqDOZX82OQiv4KJrg28&hl=it&sa=X&oi=book_result&resnum=4&ct=result
E i miei volevano che mi facessi suora....
Roma | 23 agosto 2008
Teologo lancia su internet un concorso per incoronare la suora piu' bella d'Italia
"Concorso Sister Italia 2008. La suora piu' bella d'Italia"
Un concorso su internet per incoronare la suora piu' bella d'Italia. E' l'idea lanciata del teologo campano Antonio Rungi, religioso passionista, vulcanico creatore di "moderne" iniziative religiose, ultima delle quali la recita del rosario con i bagnanti, su una spiaggia, con due cabine trasformate in sacrestia.
Padre Rungi ha gia' un nome per il "suo" concorso, non a caso lanciato in coincidenza con quello di Miss Italia: "Concorso Sister Italia 2008. La suora piu' bella d'Italia".
Le interessate possono scrivere e mandare la propria foto all'indirizzo di posta elettronica del religioso, antonio.rungi@tin.it. Padre Rungi pubblichera' su un apposito sito internet "il volto delle suore, previa autorizzazione delle interessate, al fine di avviare un concorso on-line. Non dovranno sfilare su passerelle, ne' in abiti civili o religiosi, ma semplicemente inviare le foto piu' belle ed espressive che possono significare e dire qualcosa, sia su un piano estetico che spirituale". A incoronare la "Sister Italia" sara' il
popolo del web.
Padre Rungi non si ferma qui: "Sarebbe interessante allestire un vero concorso negli anni futuri con relativi premi da destinare a beneficenza per
iniziative umanitarie degli istituti cui appartengono le suore concorrenti.
Non escluderei l'ipotesi di far partecipare anche a Miss Italia, in una sezione a latere, delle suore, molte delle quali sono davvero belle, intelligenti, preparate, colte, con un fascino spirituale ed umano che cattura l'interesse dei giovani e dei grandi".
Perche', sostiene il religioso, "non sfatare il pregiudizio che a farsi suore siano solo ragazze non belle o non avvenenti? Perche' non mostrare nel rispetto del pudore, della vita di consacrazione al Signore, anche i volti belli dei monasteri e dei conventi? Viviamo in un tempo in cui la visibilita' e'
importante per far conoscere il proprio istituto e il carisma di una fondazione religiosa. Una visibilita' espressa in parte con i vari siti internet che sono associati nella lista dei siti cattolici, ma che richiede di osare di piu' per rendere appetibile alle nuove generazioni di giovani cristiani anche la
vita consacrata tra le donne".
Insomma, le suore "possono dare molto su un piano umano, formativo, spirituale ai giovani e alle giovani di oggi se oltre a curarsi spiritualmente, si curano anche corporalmente, presentandosi nella loro bellezza, quando c'e', con il loro fascino che deve portare a Dio e all'apprezzamento dei beni superiori. Una suora santa, intelligente, ma anche bella puo' fare molto su un piano di evangelizzazione e di pastorale giovanile. Percio' vengano fuori e si rendano visbili le suore che possono legittimamente aspirare al titolo di Sister Italia 2008". Eta' richiesta: 18-40 anni. Stato religioso: novizia o professa.
(purtroppo il concorso è stato annullato per troppa confusione e nonostante le tante adesioni...
ANSA) - NAPOLI, 25 AGO - ''Credo che ci sia stata solo una grande confusione''. Padre Antonio Rungi si dice sconcertato per le reazioni sulla sua iniziativa. Il teologo passionista continua:''Chi ha capito male forse non e' in buona fede. Il concorso per la suora piu' bella aveva l'unico scopo di far raccontare sul web la vita nei conventi, di far raccontare la vita piu' bella delle religiose. Tutto qui''. Padre Antonio Rungi sabato aveva lanciato il concorso su internet
Teologo lancia su internet un concorso per incoronare la suora piu' bella d'Italia
"Concorso Sister Italia 2008. La suora piu' bella d'Italia"
Un concorso su internet per incoronare la suora piu' bella d'Italia. E' l'idea lanciata del teologo campano Antonio Rungi, religioso passionista, vulcanico creatore di "moderne" iniziative religiose, ultima delle quali la recita del rosario con i bagnanti, su una spiaggia, con due cabine trasformate in sacrestia.
Padre Rungi ha gia' un nome per il "suo" concorso, non a caso lanciato in coincidenza con quello di Miss Italia: "Concorso Sister Italia 2008. La suora piu' bella d'Italia".
Le interessate possono scrivere e mandare la propria foto all'indirizzo di posta elettronica del religioso, antonio.rungi@tin.it. Padre Rungi pubblichera' su un apposito sito internet "il volto delle suore, previa autorizzazione delle interessate, al fine di avviare un concorso on-line. Non dovranno sfilare su passerelle, ne' in abiti civili o religiosi, ma semplicemente inviare le foto piu' belle ed espressive che possono significare e dire qualcosa, sia su un piano estetico che spirituale". A incoronare la "Sister Italia" sara' il
popolo del web.
Padre Rungi non si ferma qui: "Sarebbe interessante allestire un vero concorso negli anni futuri con relativi premi da destinare a beneficenza per
iniziative umanitarie degli istituti cui appartengono le suore concorrenti.
Non escluderei l'ipotesi di far partecipare anche a Miss Italia, in una sezione a latere, delle suore, molte delle quali sono davvero belle, intelligenti, preparate, colte, con un fascino spirituale ed umano che cattura l'interesse dei giovani e dei grandi".
Perche', sostiene il religioso, "non sfatare il pregiudizio che a farsi suore siano solo ragazze non belle o non avvenenti? Perche' non mostrare nel rispetto del pudore, della vita di consacrazione al Signore, anche i volti belli dei monasteri e dei conventi? Viviamo in un tempo in cui la visibilita' e'
importante per far conoscere il proprio istituto e il carisma di una fondazione religiosa. Una visibilita' espressa in parte con i vari siti internet che sono associati nella lista dei siti cattolici, ma che richiede di osare di piu' per rendere appetibile alle nuove generazioni di giovani cristiani anche la
vita consacrata tra le donne".
Insomma, le suore "possono dare molto su un piano umano, formativo, spirituale ai giovani e alle giovani di oggi se oltre a curarsi spiritualmente, si curano anche corporalmente, presentandosi nella loro bellezza, quando c'e', con il loro fascino che deve portare a Dio e all'apprezzamento dei beni superiori. Una suora santa, intelligente, ma anche bella puo' fare molto su un piano di evangelizzazione e di pastorale giovanile. Percio' vengano fuori e si rendano visbili le suore che possono legittimamente aspirare al titolo di Sister Italia 2008". Eta' richiesta: 18-40 anni. Stato religioso: novizia o professa.
(purtroppo il concorso è stato annullato per troppa confusione e nonostante le tante adesioni...
ANSA) - NAPOLI, 25 AGO - ''Credo che ci sia stata solo una grande confusione''. Padre Antonio Rungi si dice sconcertato per le reazioni sulla sua iniziativa. Il teologo passionista continua:''Chi ha capito male forse non e' in buona fede. Il concorso per la suora piu' bella aveva l'unico scopo di far raccontare sul web la vita nei conventi, di far raccontare la vita piu' bella delle religiose. Tutto qui''. Padre Antonio Rungi sabato aveva lanciato il concorso su internet
venerdì 22 agosto 2008
Trisomia21 - Elisa Amistadi
Ha orecchie di corteccia
ed una lingua di luna gonfia
con queste ascolta gli alberi e parla
con parole di luce fresca
Dice cose piccole
mai scontate
a labbra screpolate
ciò che gli piace lo tocca, lo sporca, lo assaggia
Ma che bel modo di vivere a mani aperte
con il tempo scordato
fatto di maglioni di lana
e sabbia in cui affondarsi
fatto di pioggia leggera
e nuvole a cui aggrapparsi
Pensare ad una giornata obliqua, discosta
Pensare ad una giornata obliqua, discosta
ed una lingua di luna gonfia
con queste ascolta gli alberi e parla
con parole di luce fresca
Dice cose piccole
mai scontate
a labbra screpolate
ciò che gli piace lo tocca, lo sporca, lo assaggia
Ma che bel modo di vivere a mani aperte
con il tempo scordato
fatto di maglioni di lana
e sabbia in cui affondarsi
fatto di pioggia leggera
e nuvole a cui aggrapparsi
Pensare ad una giornata obliqua, discosta
Pensare ad una giornata obliqua, discosta
Ciò in cui credo di James G. Ballard
Credo nel potere che ha l’immaginazione di plasmare il mondo, di liberare la verità dentro di noi, di cacciare la notte, di trascendere la morte, di incantare le autostrade, di propiziarci gli uccelli, di assicurarsi la fiducia dei folli.
Credo nelle mie ossessioni, nella bellezza degli scontri d’auto, nella pace delle foreste sommerse, negli orgasmi delle spiagge deserte, nell’eleganza dei cimiteri di automobili, nel mistero dei parcheggi multipiano, nella poesia degli hotel abbandonati.
Credo nelle rampe in disuso di Wake Island, che puntano verso il Pacifico della nostra immaginazione.
Credo nel fascino misterioso di Margaret Thatcher, nella curva delle sue narici e nella lucentezza del suo labbro inferiore; nella malinconia dei coscritti argentini feriti; nei sorrisi tormentati del personale delle stazioni di rifornimento; nel mio sogno che Margaret Thatcher sia accarezzata da un giovane soldato argentino in un motel dimenticato, sorvegliato da un benzinaio tubercolotico.
Credo nella bellezza di tutte le donne, nella perfidia della loro immaginazione che mi sfiora il cuore; nell’unione dei loro corpi disillusi con le illusorie sbarre cromate dei banconi dei supermarket; nella loro calda tolleranza per le mie perversioni.
Credo nella morte del domani, nell’esaurirsi del tempo, nella nostra ricerca di un tempo nuovo, nei sorrisi di cameriere di autostrada e negli occhi stanchi dei controllori di volo in aeroporti fuori stagione.
Credo negli organi genitali degli uomini e delle donne importanti, nelle posture di Ronald Reagan, di Margaret Thatcher e della principessa Diana, negli odori dolciastri emessi dalle loro labbra mentre fissano le telecamere di tutto il mondo.
Credo nella pazzia, nella verità dell’inesplicabile, nel buon senso delle pietre, nella follia dei fiori, nel morbo conservato per la razza umana dagli astronauti di Apollo.
Credo nel nulla.
Credo in Max Ernst, Delvaux, Dalì, Tiziano, Goya, Leonardo, Vermeer, De Chirico, Magritte, Redon, Dürer, Tanguy, Facteur Cheval, torri di Watts, Böcklin, Francis Bacon, e in tutti gli artisti invisibili rinchiusi nei manicomi del pianeta.
Credo nell’impossibilità dell’esistenza, nell’umorismo delle montagne, nell’assurdità dell’elettromagnetismo, nella farsa della geometria, nella crudeltà dell’aritmetica, negli intenti omicidi della logica.
Credo nelle donne adolescenti, nel potere di corruzione della postura delle loro gambe, nella purezza dei loro corpi scompigliati, nelle tracce delle loro pudenda lasciate nei bagni di motel malandati.
Credo nei voli, nell’eleganza dell’ala e nella bellezza di ogni cosa che abbia mai volato, nella pietra lanciata da un bambino che porta via con sé la saggezza di statisti e ostetriche.
Credo nella gentilezza del bisturi, nella geometria senza limiti dello schermo cinematografico, nell’universo nascosto nei supermarket, nella solitudine del sole, nella loquacità dei pianeti, nella nostra ripetitività, nell’inesistenza dell’universo e nella noia dell’atomo.
Credo nella luce emessa dai televisori nelle vetrine dei grandi magazzini, nell’intuito messianico delle griglie del radiatore delle automobili esposte, nell’eleganza delle macchie d’olio sulle gondole dei 747 parcheggiati sulle piste catramate dell’aeroporto.
Credo nella non esistenza del passato, nella morte del futuro, e nelle infinite possibilità del presente.
Credo nello sconvolgimento dei sensi: in Rimbaud, William Burroughs, Huysmans, Genet, Celine, Swift, Defoe, Carroll, Coleridge, Kafka.
Credo nei progettisti delle piramidi, dell’Empire State Building, del Fürerbunker di Berlino, delle rampe di lancio di Wake Island.
Credo negli odori corporei della principessa Diana.
Credo nei prossimi cinque minuti.
Credo nella storia dei miei piedi.
Credo nell’emicrania, nella noia dei pomeriggi, nella paura dei calendari, nella perfidia degli orologi.
Credo nell’ansia, nella psicosi, nella disperazione.
Credo nelle perversioni, nelle infatuazioni per alberi, principesse, primi ministri, stazioni di rifornimento in disuso (più belle del Taj Mahal), nuvole e uccelli.
Credo nella morte delle emozioni e nel trionfo dell’immaginazione.
Credo in Tokyo, Benidorm, La Grande Motte, Wake Island, Eniwetok, Dealey Plaza.
Credo nell’alcolismo, nelle malattie veneree, nella febbre e nell’esaurimento.
Credo nel dolore.
Credo nella disperazione.
Credo in tutti i bambini.
Credo nelle mappe, nei diagrammi, nei codici, negli scacchi, nei puzzle, negli orari aerei, nelle segnalazioni d’aeroporto.
Credo a tutti i pretesti.
Credo a tutte le ragioni.
Credo a tutte le allucinazioni.
Credo a tutta la rabbia.
Credo a tutte le mitologie, ricordi, bugie, fantasie, evasioni.
Credo nel mistero e nella malinconia di una mano, nella gentilezza degli alberi, nella saggezza della luce.
(Da J.G. Ballard, RE SEARCH ed. italiana, ShaKe edizioni underground)
Credo nelle mie ossessioni, nella bellezza degli scontri d’auto, nella pace delle foreste sommerse, negli orgasmi delle spiagge deserte, nell’eleganza dei cimiteri di automobili, nel mistero dei parcheggi multipiano, nella poesia degli hotel abbandonati.
Credo nelle rampe in disuso di Wake Island, che puntano verso il Pacifico della nostra immaginazione.
Credo nel fascino misterioso di Margaret Thatcher, nella curva delle sue narici e nella lucentezza del suo labbro inferiore; nella malinconia dei coscritti argentini feriti; nei sorrisi tormentati del personale delle stazioni di rifornimento; nel mio sogno che Margaret Thatcher sia accarezzata da un giovane soldato argentino in un motel dimenticato, sorvegliato da un benzinaio tubercolotico.
Credo nella bellezza di tutte le donne, nella perfidia della loro immaginazione che mi sfiora il cuore; nell’unione dei loro corpi disillusi con le illusorie sbarre cromate dei banconi dei supermarket; nella loro calda tolleranza per le mie perversioni.
Credo nella morte del domani, nell’esaurirsi del tempo, nella nostra ricerca di un tempo nuovo, nei sorrisi di cameriere di autostrada e negli occhi stanchi dei controllori di volo in aeroporti fuori stagione.
Credo negli organi genitali degli uomini e delle donne importanti, nelle posture di Ronald Reagan, di Margaret Thatcher e della principessa Diana, negli odori dolciastri emessi dalle loro labbra mentre fissano le telecamere di tutto il mondo.
Credo nella pazzia, nella verità dell’inesplicabile, nel buon senso delle pietre, nella follia dei fiori, nel morbo conservato per la razza umana dagli astronauti di Apollo.
Credo nel nulla.
Credo in Max Ernst, Delvaux, Dalì, Tiziano, Goya, Leonardo, Vermeer, De Chirico, Magritte, Redon, Dürer, Tanguy, Facteur Cheval, torri di Watts, Böcklin, Francis Bacon, e in tutti gli artisti invisibili rinchiusi nei manicomi del pianeta.
Credo nell’impossibilità dell’esistenza, nell’umorismo delle montagne, nell’assurdità dell’elettromagnetismo, nella farsa della geometria, nella crudeltà dell’aritmetica, negli intenti omicidi della logica.
Credo nelle donne adolescenti, nel potere di corruzione della postura delle loro gambe, nella purezza dei loro corpi scompigliati, nelle tracce delle loro pudenda lasciate nei bagni di motel malandati.
Credo nei voli, nell’eleganza dell’ala e nella bellezza di ogni cosa che abbia mai volato, nella pietra lanciata da un bambino che porta via con sé la saggezza di statisti e ostetriche.
Credo nella gentilezza del bisturi, nella geometria senza limiti dello schermo cinematografico, nell’universo nascosto nei supermarket, nella solitudine del sole, nella loquacità dei pianeti, nella nostra ripetitività, nell’inesistenza dell’universo e nella noia dell’atomo.
Credo nella luce emessa dai televisori nelle vetrine dei grandi magazzini, nell’intuito messianico delle griglie del radiatore delle automobili esposte, nell’eleganza delle macchie d’olio sulle gondole dei 747 parcheggiati sulle piste catramate dell’aeroporto.
Credo nella non esistenza del passato, nella morte del futuro, e nelle infinite possibilità del presente.
Credo nello sconvolgimento dei sensi: in Rimbaud, William Burroughs, Huysmans, Genet, Celine, Swift, Defoe, Carroll, Coleridge, Kafka.
Credo nei progettisti delle piramidi, dell’Empire State Building, del Fürerbunker di Berlino, delle rampe di lancio di Wake Island.
Credo negli odori corporei della principessa Diana.
Credo nei prossimi cinque minuti.
Credo nella storia dei miei piedi.
Credo nell’emicrania, nella noia dei pomeriggi, nella paura dei calendari, nella perfidia degli orologi.
Credo nell’ansia, nella psicosi, nella disperazione.
Credo nelle perversioni, nelle infatuazioni per alberi, principesse, primi ministri, stazioni di rifornimento in disuso (più belle del Taj Mahal), nuvole e uccelli.
Credo nella morte delle emozioni e nel trionfo dell’immaginazione.
Credo in Tokyo, Benidorm, La Grande Motte, Wake Island, Eniwetok, Dealey Plaza.
Credo nell’alcolismo, nelle malattie veneree, nella febbre e nell’esaurimento.
Credo nel dolore.
Credo nella disperazione.
Credo in tutti i bambini.
Credo nelle mappe, nei diagrammi, nei codici, negli scacchi, nei puzzle, negli orari aerei, nelle segnalazioni d’aeroporto.
Credo a tutti i pretesti.
Credo a tutte le ragioni.
Credo a tutte le allucinazioni.
Credo a tutta la rabbia.
Credo a tutte le mitologie, ricordi, bugie, fantasie, evasioni.
Credo nel mistero e nella malinconia di una mano, nella gentilezza degli alberi, nella saggezza della luce.
(Da J.G. Ballard, RE SEARCH ed. italiana, ShaKe edizioni underground)
giovedì 21 agosto 2008
mercoledì 20 agosto 2008
I nuovi estremismi
CRONACA
Parla il sedicenne che i giudici hanno affidato al padre anche con motivazioni politiche
"Ho fatto il drug test, ma per lui era falso e ha continuato a dire che mi drogo"
Tolto alla madre perché comunista
"Papà vuol fare guerra a mamma"
Bertinotti: "Ho inviato un telegramma di solidarietà e vicinanza alla madre del ragazzo"
Diliberto: "Ci vogliono fuorilegge?". L'avvocato della donna: "Montato un caso sul nulla"
Tolto alla madre perché comunista "Papà vuol fare guerra a mamma"
CATANIA - "Mio padre ha preso spunto dalla mia tessera di giovane comunista per sostenere che mia madre non è in grado di badare a me, perché i comunisti sono persone che portano i figli su una brutta strada". Rompe il silenzio e difende la madre, il sedicenne che i giudici di Catania hanno affidato al padre con un provvedimento che nelle motivazioni cita l'iscrizione del minore al circolo Tienanmen dei Giovani comunisti. E sulla vicenda fanno sentire la loro voce anche l'ex presidente della Camera Fausto Bertinotti e il segretario del Pdci Oliviero Diliberto.
Il ragazzo, che stamattina ha tagliato i lunghi capelli, ha rivelato alcuni particolari della sua storia. "Dovrei stare con mio padre, ma dopo un'aggressione che ho subito, ho deciso di andare da mia madre", afferma, e del genitore dice: "Lui non fa altro che associare i comunisti, detto in tono dispregiativo, sempre con droga, spinelli, alcol, insomma una vita sbandata, sregolata, da non seguire, mentre invece io mi trovo bene con il mio gruppo. Le nostre idee da quando io sono cresciuto sono cambiate: io frequento un liceo che ha idee di sinistra invece lui detesta i comunisti".
Alla domanda se avesse fatto mai uso di droga, il sedicenne rivela: "A seguito di queste continue insinuazioni mia madre mi ha portato in un centro medico dove sono stato sottoposto al drug test. Ho fatto il test per dimostrare che non facevo uso di droghe. Con il risultato davanti, mio padre ha continuato a dire che io mi drogo e che il test era stato falsificato. Questo purtroppo è un punto fermo sul quale lui crede di potersi appoggiare per vincere a modo suo questa guerra".
Il sedicenne per ora è molto impegnato: "Adesso sto studiando - dice - perché devo recuperare i debiti formativi. Sino ad ora sono stato al mare mi sono abbastanza divertito negli spiragli di tempo che ho trascorso al di fuori da questa brutta storia".
La notizia, come è ovvio, ha destato sgomento e preoccupazione tra gli esponenti della sinistra comunista. "Ho deciso di inviare un telegramma di solidarietà e vicinanza alla madre del ragazzo", ha detto l'ex presidente della Camera Fausto Bertinotti.
"I comunisti sono un'organizzazione estremista solo perché fuori dal Parlamento? Ci vogliono fuori legge?", si chiede il segretario del Pdci, Oliviero Diliberto. "Appartenere a un partito comunista - aggiunge - è motivo così disdicevole per un ragazzo tanto da accusare la madre e non fargli avere l'affidamento del figlio?". Diliberto chiede al ministro delle Politiche giovanili Giorgia Meloni e a quello delle politiche sociali Maurizio Sacconi "se credano possa essere consentito a un servizio sociale dello Stato sindacare sulle idee politiche di un giovane e farne oggetto di valutazione".
Cerca invece di smorzare i toni della polemica l'avvocato Mario Giarrusso, legale della madre: "Non capiamo i motivi che hanno spinto il tribunale a prendere questa decisione - dice l'avvocato - Il ragazzo non si droga, non ha commesso reati. La cosa che ci ha colpiti è che viene citato come appartenente a un gruppo estremista". "Secondo noi - conclude - è stato montato un caso sul nulla".
(Repubblica, 20 agosto 2008)
Parla il sedicenne che i giudici hanno affidato al padre anche con motivazioni politiche
"Ho fatto il drug test, ma per lui era falso e ha continuato a dire che mi drogo"
Tolto alla madre perché comunista
"Papà vuol fare guerra a mamma"
Bertinotti: "Ho inviato un telegramma di solidarietà e vicinanza alla madre del ragazzo"
Diliberto: "Ci vogliono fuorilegge?". L'avvocato della donna: "Montato un caso sul nulla"
Tolto alla madre perché comunista "Papà vuol fare guerra a mamma"
CATANIA - "Mio padre ha preso spunto dalla mia tessera di giovane comunista per sostenere che mia madre non è in grado di badare a me, perché i comunisti sono persone che portano i figli su una brutta strada". Rompe il silenzio e difende la madre, il sedicenne che i giudici di Catania hanno affidato al padre con un provvedimento che nelle motivazioni cita l'iscrizione del minore al circolo Tienanmen dei Giovani comunisti. E sulla vicenda fanno sentire la loro voce anche l'ex presidente della Camera Fausto Bertinotti e il segretario del Pdci Oliviero Diliberto.
Il ragazzo, che stamattina ha tagliato i lunghi capelli, ha rivelato alcuni particolari della sua storia. "Dovrei stare con mio padre, ma dopo un'aggressione che ho subito, ho deciso di andare da mia madre", afferma, e del genitore dice: "Lui non fa altro che associare i comunisti, detto in tono dispregiativo, sempre con droga, spinelli, alcol, insomma una vita sbandata, sregolata, da non seguire, mentre invece io mi trovo bene con il mio gruppo. Le nostre idee da quando io sono cresciuto sono cambiate: io frequento un liceo che ha idee di sinistra invece lui detesta i comunisti".
Alla domanda se avesse fatto mai uso di droga, il sedicenne rivela: "A seguito di queste continue insinuazioni mia madre mi ha portato in un centro medico dove sono stato sottoposto al drug test. Ho fatto il test per dimostrare che non facevo uso di droghe. Con il risultato davanti, mio padre ha continuato a dire che io mi drogo e che il test era stato falsificato. Questo purtroppo è un punto fermo sul quale lui crede di potersi appoggiare per vincere a modo suo questa guerra".
Il sedicenne per ora è molto impegnato: "Adesso sto studiando - dice - perché devo recuperare i debiti formativi. Sino ad ora sono stato al mare mi sono abbastanza divertito negli spiragli di tempo che ho trascorso al di fuori da questa brutta storia".
La notizia, come è ovvio, ha destato sgomento e preoccupazione tra gli esponenti della sinistra comunista. "Ho deciso di inviare un telegramma di solidarietà e vicinanza alla madre del ragazzo", ha detto l'ex presidente della Camera Fausto Bertinotti.
"I comunisti sono un'organizzazione estremista solo perché fuori dal Parlamento? Ci vogliono fuori legge?", si chiede il segretario del Pdci, Oliviero Diliberto. "Appartenere a un partito comunista - aggiunge - è motivo così disdicevole per un ragazzo tanto da accusare la madre e non fargli avere l'affidamento del figlio?". Diliberto chiede al ministro delle Politiche giovanili Giorgia Meloni e a quello delle politiche sociali Maurizio Sacconi "se credano possa essere consentito a un servizio sociale dello Stato sindacare sulle idee politiche di un giovane e farne oggetto di valutazione".
Cerca invece di smorzare i toni della polemica l'avvocato Mario Giarrusso, legale della madre: "Non capiamo i motivi che hanno spinto il tribunale a prendere questa decisione - dice l'avvocato - Il ragazzo non si droga, non ha commesso reati. La cosa che ci ha colpiti è che viene citato come appartenente a un gruppo estremista". "Secondo noi - conclude - è stato montato un caso sul nulla".
(Repubblica, 20 agosto 2008)
lunedì 18 agosto 2008
Ingerenza
17/8/2008 (17:33) - SANGUE SULLE STRADE
Appello del Pontefice alla sicurezza. Padre Antonio Rungi stila un manuale con le regole per guidare con prudenza
CASTEL GANDOLFO
Dopo gli incidenti degli ultimi giorni anche il Vaticano lancia un appello per la sicurezza sulle strade. (...) Accogliendo l’appello di Benedetto XVI, il teologo padre Antonio Rungi ha fissato in «dieci regole di comportamento morale il modo di agire di un automobilista saggio e prudente»:
1) Nella guida sii attento e vigilante, evitando di utilizzare strumentazione di ogni tipo, quale cellulare, dvd, tom-tom, tv ed altro che ti deconcentrano dalla guida e dalla responsabilità che hai verso te stesso e verso gli altri.
2) Non far uso di alcuna sostanza o bevanda che possa alterare il tuo normale stato fisico e psichico, per dare sicurezza a te e agli altri nei tuoi viaggi.
3) Evita ogni tentazione di andare veloce su strade principali e secondarie, perchè le cause frequenti di incidenti con morti e feriti gravi sono da attribuire proprio l’alta velocità.
4) Osserva il codice della strada nei minimi particolari, soprattutto nei centri abitati o nelle zone di maggiore traffico.
5) Proteggi i bambini e i passeggeri che sono sul tuo autoveicolo con tutti i sistemi di sicurezza della tecnologia moderna. Investire in sicurezza premia sempre.
6) Non metterti in viaggio se sei stano, nervoso ed agitato o sottopressione per motivi di stress di ogni genere o se c’è l’urgenza di arrivare nei luoghi dove devi andare.
7) Scegli di viaggiare in condizioni meteorologiche più adatte, soprattutto se si tratta di lunghi e faticanti viaggi.
8) Non gareggiare con altri sulle strade, soprattutto se hai macchine ed auto potenti, pensando che ti trovi su un circuito automobilistico e puoi correre senza rispettare regole.
9) Non rispondere a provocazioni mentre sei sulla strada e guida la tua auto con tranquillità e serenità, non dando importanza agli esibizionisti della strada.
10) In caso di incidente fermati subito e soccorri quanti hanno bisogno di aiuto. Non essere vigliacco, soprattutto se sei stato tu a causare il danno.
«A queste regole civili aggiungerei- afferma padre Rungi- anche un costante pensiero rivolto a Dio con la preghiera per chi crede e farei dei miei viaggi un tempo di preghiera e di serena riflessione sulla parola di Dio, soprattutto se in macchina ci sono viaggiatori che credono e pregano. Ogni viaggio per me -conclude il teologo- dovrebbe essere un breve o lungo pellegrinaggio, anche quando si va a fare compere e spese per le proprie ed altrui necessità e non solo quando si va in vacanza, ma soprattutto nella vita ordinaria e quotidiana».
Appello del Pontefice alla sicurezza. Padre Antonio Rungi stila un manuale con le regole per guidare con prudenza
CASTEL GANDOLFO
Dopo gli incidenti degli ultimi giorni anche il Vaticano lancia un appello per la sicurezza sulle strade. (...) Accogliendo l’appello di Benedetto XVI, il teologo padre Antonio Rungi ha fissato in «dieci regole di comportamento morale il modo di agire di un automobilista saggio e prudente»:
1) Nella guida sii attento e vigilante, evitando di utilizzare strumentazione di ogni tipo, quale cellulare, dvd, tom-tom, tv ed altro che ti deconcentrano dalla guida e dalla responsabilità che hai verso te stesso e verso gli altri.
2) Non far uso di alcuna sostanza o bevanda che possa alterare il tuo normale stato fisico e psichico, per dare sicurezza a te e agli altri nei tuoi viaggi.
3) Evita ogni tentazione di andare veloce su strade principali e secondarie, perchè le cause frequenti di incidenti con morti e feriti gravi sono da attribuire proprio l’alta velocità.
4) Osserva il codice della strada nei minimi particolari, soprattutto nei centri abitati o nelle zone di maggiore traffico.
5) Proteggi i bambini e i passeggeri che sono sul tuo autoveicolo con tutti i sistemi di sicurezza della tecnologia moderna. Investire in sicurezza premia sempre.
6) Non metterti in viaggio se sei stano, nervoso ed agitato o sottopressione per motivi di stress di ogni genere o se c’è l’urgenza di arrivare nei luoghi dove devi andare.
7) Scegli di viaggiare in condizioni meteorologiche più adatte, soprattutto se si tratta di lunghi e faticanti viaggi.
8) Non gareggiare con altri sulle strade, soprattutto se hai macchine ed auto potenti, pensando che ti trovi su un circuito automobilistico e puoi correre senza rispettare regole.
9) Non rispondere a provocazioni mentre sei sulla strada e guida la tua auto con tranquillità e serenità, non dando importanza agli esibizionisti della strada.
10) In caso di incidente fermati subito e soccorri quanti hanno bisogno di aiuto. Non essere vigliacco, soprattutto se sei stato tu a causare il danno.
«A queste regole civili aggiungerei- afferma padre Rungi- anche un costante pensiero rivolto a Dio con la preghiera per chi crede e farei dei miei viaggi un tempo di preghiera e di serena riflessione sulla parola di Dio, soprattutto se in macchina ci sono viaggiatori che credono e pregano. Ogni viaggio per me -conclude il teologo- dovrebbe essere un breve o lungo pellegrinaggio, anche quando si va a fare compere e spese per le proprie ed altrui necessità e non solo quando si va in vacanza, ma soprattutto nella vita ordinaria e quotidiana».
domenica 17 agosto 2008
Non liberi di... SPECIALE OLIMPIADI

E non bastavano le sofisticazioni alimentari in tempi non sospetti e poi i fuochi d'artificio ritoccati, la mini speaker telegenica...
A me adesso questo... rasente la violazione dei diritti dell'uomo... o forse no?
Dietro le quinte della cerimonia
Militari con il pannolino durante la cerimonia d'inaugurazione
Molti soldati, scritturati come comparse, hanno dovuto attendere ore prima di andare in bagno
PECHINO – Poveri militari, parliamo di quelli che sono stati scritturati come comparse per la cerimonia inaugurale. Noi abbiamo visto uno spettacolo bellissimo ma dietro le quinte ci sono storie di fatiche e di sacrifici. Un esempio? Gli “attori”, molti dei quali soldati dell’Esercito di Liberazione, sono stati costretti a presentarsi con quattro cinque ore d’anticipo sull’orario di apertura. Si è posto un problema: che fare nel caso di improrogabile bisogno di bagno? Alla domanda ha risposto candidamente Han Lixun, degli sceneggiatori: tutti, sotto i costumi, indossavano un pannolino da neonati. Stoici.
Fabio Cavalera
17 agosto 2008
giovedì 14 agosto 2008
Imprevisti...
2008-08-14 13:49
CINA: SI MASTURBAVA NEL PARCO, RESTA INCASTRATO IN PANCHINA
HONG KONG - Un uomo di Kong Kong, descritto come "solitario e disturbato" si è visto costretto a chiamare la polizia per liberare il suo pene rimasto incastrato in una panca d'acciaio traforata in un parco pubblico.
Lo riferisce il quotidiano locale Apple Daily. Le Xing, di 42 anni, si stava masturbando nel cuore della notte nel parco LanTian, utilizzando uno dei fori di una panca quando il suo pene vi è rimasto incastrato. In preda al panico ha chiamato la polizia, accorsa con alcuni medici.
Dopo vari tentativi di soccorrerlo sul posto, i medici sono stati costretti a portare all'ospedale l'uomo con tutta la panca, lunga due metri e mezzo. Alla fine dell'intervento, durato in tutto quattro ore, i medici hanno dichiarato che se fosse rimasto incastrato per un'altra ora, avrebbero dovuto amputargli il pene.
Non condannate la masturbazione. È fare del sesso con qualcuno che stimate veramente! (Woody Allen)
CINA: SI MASTURBAVA NEL PARCO, RESTA INCASTRATO IN PANCHINA
HONG KONG - Un uomo di Kong Kong, descritto come "solitario e disturbato" si è visto costretto a chiamare la polizia per liberare il suo pene rimasto incastrato in una panca d'acciaio traforata in un parco pubblico.
Lo riferisce il quotidiano locale Apple Daily. Le Xing, di 42 anni, si stava masturbando nel cuore della notte nel parco LanTian, utilizzando uno dei fori di una panca quando il suo pene vi è rimasto incastrato. In preda al panico ha chiamato la polizia, accorsa con alcuni medici.
Dopo vari tentativi di soccorrerlo sul posto, i medici sono stati costretti a portare all'ospedale l'uomo con tutta la panca, lunga due metri e mezzo. Alla fine dell'intervento, durato in tutto quattro ore, i medici hanno dichiarato che se fosse rimasto incastrato per un'altra ora, avrebbero dovuto amputargli il pene.
Non condannate la masturbazione. È fare del sesso con qualcuno che stimate veramente! (Woody Allen)
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