In attesa di cambiare il mondo o il solo guardaroba, mi diverto a giocare con la mia modella virtuale (http://www.myvirtualmodel.com/en/my_model.htm).

1) L'introverso non è necessariamente timido o asociale. Ha una maggior attività cerebrale a livello dei lobi frontali, aree deputate al pensiero complesso e alla soluzione di problemi, mentre l’estroverso ha una maggior attività nella parte posteriore del cervello.
2) L’introverso non ama la conversazione superficiale ma partecipa a quelle profonde.
3) Gli introversi socializzano ma in modo diverso e più raramente degli estroversi: scegliendo con cura i loro interlocutori.
4) L’introverso ha bisogno di stare da solo per ricaricarsi. Poiché la vita sociale richiede molta energia, va dosata.
5) La maggior attenzione all'aspetto interiore non significa non essere in grado di vivere quello che sta fuori.
AIUOLANDO
A Marcovaldo piacevano le aiuole.
Le trovava quasi magiche grazie a quella speciale alchimia di colori e forme composte. Le considerava una sorta di suo piccolo giardino privato, spezzettato per la città, resti proletari di una grande proprietà di un vassallo maggiore scomparso chissà dove, chissà quando.
La cosa più bella delle aiuole era che sembravano essere solo sue. Nessuno le guardava e le amava come lui. Nessuno ci parlava e ci passava così tanto tempo come lui. Ogni giorno faceva il giro di tutte le sue aiuole per controllare che tutti i fiori e tutte le piante stessero bene. Ogni giorno lo stesso giro. Solo per par condicio, a volte partiva da destra, a volte da sinistra, all'uscita da lavoro.
A volte, quando la stanchezza era troppa, si sbagliava e confondeva la mano destra con la sinistra e faceva il giro sbagliato. «Effetti collaterali del lavoro sotto padrone», si diceva sorridendo.
Usciva tardi da lavoro Marcovaldo, così tardi che tutti gli uccelli, tranne i pipistrelli, erano già tornati nei loro caldi nidi.
Le strade, vuote di traffico e gente, erano appena rischiarate dalla fioca luce dei lampioni, poca per vedere e distinguere ogni cosa ma abbastanza per assaporare qualche piacere della vita. La strada verso casa era lunga ma piacevole, costellata di fiori e profumi, capaci di gratificare e rasserenare Marcovaldo.
La domenica portava spesso la sua famiglia a fare picnic in questa o quella, o quell'altra aiuola. Stendevano una coperta e si accomodavano sull'aiuola, mentre Maria apriva il cestino e distribuiva il cibo, reso buono dalla festa, dalla novità e dal luogo del pranzo.
I passanti guardavano stupiti l'insolito spettacolo, sbarrando gli occhi e spalancando la bocca, quasi a voler catturare come rospi qualche mosca. Qualcuno già avvezzo alla scenetta domenicale scuoteva la testa, rigirandosi un dito sulla tempia e storcendo la bocca, rivolto verso il vicino occasionale di marciapiede.
Marcovaldo e la sua famiglia, splendidamente assorti nel piacere del cibo, del luogo e della compagnia, sorridevano sereni.
MONTESILVANO (PESCARA) - Multati in base a una legge del 1931, mai abrogata. È accaduto lungo la riviera di Montesilvano dove alcuni transessuali sono stati sanzionati perchè vestiti da donna, in base all'articolo 85 del testo unico di pubblica sicurezza del 1931. I verbali sono stati effettuati nel corso di un controllo antiprostituzione, che ha interessato 19 tra prostitute rumene e italiane e transessuali sudamericani.
Nel confronti dei transessuali - spiegano in una nota i carabinieri del Comando provinciale di Pescara - verrà notificata la sanzione amministrativa prevista per chi "si maschera in pubblico alterando i connotati essenzaili del sesso e della persona fisica".
L'ammenda può variare da 10 a 103 euro. Il testo unico del Regio decreto prevede la sanzione amministrativa per chi si maschera in pubblico. La norma è la stessa che vieta l'uso della maschera "nei luoghi aperti al pubblico, tranne nelle epoche e con l'osservanza delle condizioni che possono essere stabilite dall'autorità locale di pubblica sicurezza, con apposito manifesto". In sostanza, tranne che a Carnevale o altre feste.
Nel 1976 la Corte di Cassazione affermò in una sentenza che il divieto di comparire mascherati in pubblico "ha carattere assoluto, essendo diretto a impedire che, mediante il mascheramento, possano compiersi i reati".
(da Repubblica, 4 ottobre 2007)