domenica 27 gennaio 2008









giovedì 17 gennaio 2008

Io non c'ero




Roma, Piazza di Spagna,
I futuristi si sono rotti le palle, FtmAzioneFuturista,
17 gennaio 2008






Roma, Fontana di Trevi,
Rosso Trevi
, FtmAzioneFuturista,
19 ottobre 2007



e non posso vendere su e-Bay le palline!!!

mercoledì 9 gennaio 2008

IN PRINCIPIO FU IL PROFILATTICO

In un periodo di inviti da più fronti ad una casta e continua castità, cade un compleanno importante: quello del condom, altrimenti conosciuto con il più diffuso nome di preservativo e con nomignoli (guanto, palloncino, cappuccio, condom e tra i nomi più storici e curiosi citiamo quello attribuito da Giacomo Casanova: ‘cappuccio di sicurezza’; William Shaspeare: ‘guanto di Venere’; Mussolini: i ‘guanti di Parigi’ e il nome meno prosaico diffuso tra i contadini, di ‘copri uccello per voli sicuri’) più o meno dialettali e volgari.
Il piacere, e il tentativo di evitare malattie sessualmente trasmissibili, sono sempre stati ricercati come e più della mortificazione carnale.
Il profilattico e la contraccezione hanno quindi una storia millenaria che intreccia società, medicina e tecnologia. Vari, e potremmo pure dire originali, i metodi utilizzati: spugne, cappucci, cervicali, succo di limone, ma anche sterco di coccodrillo (manoscritto di Kahun, 1900 a.C.) e di elefante, da mescolare con miele, che fermentando producevano l’acido lattico ancora oggi utilizzato in alcune creme spermicide.
Erano piuttosto diffusi come contraccettivi femminili anche beveroni, tra cui quello di mercurio per evitare gravidanze indesiderate, circa 4000 anni fa in Cina, e di una sorta di whisky fermentato con testicoli essiccati di castoro da parte delle donne del New Brunswick, nel Nord America. Ulteriori indicazioni in tal senso si trovano anche attribuite al medico greco del V secolo a.C., Ippocrate, che consigliava di ingerire miscele di solfato di ferro e rame, preparazioni derivate dal croco, dall'alloro, dai semi di ortica o dalle radici di peonia.
I metodi contraccettivi erano quindi diffusi in tutto il mondo e risentivano delle “specificità locali”. Impossibile infatti trovare coccodrilli in Europa. Una uguale preoccupazione ed interesse accomunava gli uomini di diverse razze, fratelli in questa comune ricerca del piacere “senza conseguenze”.
Anche nella Bibbia si possono trovare notizie della contraccezione. Nel libro della Genesi (38:9), Onan praticava il coito interrotto. Si legge infatti: «Onan sapeva che la prole non sarebbe stata considerata come sua; così, ogni qualvolta si univa alla moglie del fratello spargeva per terra il suo seme, per non dare una posterità al fratello».
Di un ulteriore metodo antico, ma di maggiore affidabilità, si trova notizia in un manoscritto medico detto il Papiro di Ebers (1552 a. C.), così chiamato dal nome del docente di archeologia a Berlino e Lipsia, Georg Moritz Ebers (1838-1898), che lo scoprì nel 1862 a Thebes (Luxor). Il consiglio ha un aspetto culinario ma applicazione ed effetti totalmente differenti. Dalla macinazione di datteri, acacia e miele si ottiene un impasto umido, che, intinto nel cotone grezzo nella gelatina dolce, va inserito in vagina fino a chiudere l’accesso all’utero. Questa mistura era di solito efficace, poichè l’acacia fermentando si trasforma in acido lattico, uno spermicida riconosciuto.
Il piacere sessuale si è intrecciato anche con la carne. In tutti i sensi.
Infatti una volta molti preservativi sono stati ottenuti utilizzando intestini animali.
L’uso del profilattico può essere fatto risalire ai cretesi, circa 3000 anni fa. I primi preservativi del re Minosse di Creta, realizzati in vescica di pesce, servivano soprattutto per evitare gravidanze indesiderate.
In seguito presso gli antichi egizi (1220 a.C.), il preservativo era realizzato con vesciche ed intestini di animali, oppure in tela di lino, quest’ultimo con scopo sembra solo decorativo.
Gli antichi romani si servivano di vesciche di capra e tamponi bagnati in pozioni d'erbe. A utilizzare questi prototipi di preservativi erano soprattutto i soldati, nel corso delle lunghe campagne militari lontano dalla patria.
Diversi sono i materiali nel 1000 a.C. utilizzati da giapponesi e cinesi per costruire i preservativi: i primi infatti utilizzarono cilindretti di cuoio o scaglie di gusci di tartaruga, rese flessibili da soluzioni alcaline, mentre i secondi ricorsero a sottili foglie di carta oleata opportunamente sagomata e avvolta attorno al pene.
La presenza e diffusione in Europa di questo “strumento”, o forse è meglio definirlo “indumento”, è documentata al 100-200 d.C., come testimoniano le scene di pittura rupestre ritrovate a Combarelles in Dordogna (Francia). Si ritiene che materiali impiegati fossero intestini di animali.
Nel Rinascimento venne sperimentato l’utilizzo di fodere di lino sottilissime e riccamente decorate che prima dell’uso immergevano in infusi astringenti. Tali oggetti erano di uso esclusivo delle classi sociali più elevate.
Con la scoperta dell’America arrivarono in Europa, tramite le navi spagnole, oltre a metalli preziosi e nuovi ortaggi anche il virus della sifilide.
Nel 1555 Gabriele Falloppio (1523-1562), medico anatomista, meglio conosciuto per la descrizione delle trombe uterine, studiò l’utilizzo di guaine di lino, imbevute in una soluzione di sale ed erbe, per prevenire questa malattia detta anche “mal francese”, malattia al tempo molto diffusa e mortale (nel suo libro Morbo Gallico).
Questa mutata situazione sanitaria contribuì ad un’incremento della diffusione ed utilizzo del profilattico anche presso le milizie impegnate nelle lunghe campagne militari dell’epoca. A Birmingham, nei sotterranei del castello di Dudley, sono stati ritrovati alcuni esemplari di profilattico, fatti di intestini di animali o pesci, probabilmente usati al tempo della guerra civile tra l’esercito di Oliver Cromwell e le milizie di Carlo I (1640).
L’origine del termine moderno “condom” non è chiara. Vi sono almeno quattro possibili spiegazioni: che il nome derivi dal termine latino “condus”, ossia ricettacolo, recipiente e dal verbo “condere”, che significa “nascondere, difendere, proteggere, contenere”; oppure sia da associare al medico di Carlo II d’Inghilterra (1630-1685), il dottor Condom, che creò per il suo re guaine realizzate con budello animale; o ancora, al medico militare Quondam, del quale “Condom” sarebe quindi una sorta di storpiatura. Per altri invece il nome deriverebbe dalla ominima cittadina francese nel dipartimento di Gres, le cui macellerie fornivano gli intestini di agnello da ammorbidire con olio di mandorle prima di ogni incontro amoroso.
Nel Settecento si diffonde l’utilizzo per preservativo, grazie al re di Inghilterrra, Carlo II, non più solo per prevenire malattie sessualmente trasmissibili ma anche come contraccettivo. A Luigi XVI, nel 1750, venne regalato, attraverso canali diplomatici, la "Capote d'anglaise", l’"impermeabile inglese". A quei tempi i preservativi erano foderati con velluto e seta, utilizzati dagli uomini nelle corti e regolarmente venduti.
Anche il più celebre amante di tutti i tempi, Giacomo Casanova (1725-1798), parla dei preservativi, dicendo che non sarebbe mai "montato in sella" senza la sua “redingote anglaise”, ovvero la sua giacca da cavallerizzo inglese, fatta di tela di lino.
Nel 1766, per la prima volta, vennero fornite informazioni sull’utilizzo dei preservativi su volantini.
Nell'Ottocento venivano utilizzati sia l'intestino di agnello o di capra che la seta per produrre profilattici. Questi preservativi, fissati al pene con un nastro posizionato sul lato dell'apertura, erano riutilizzabili.
Nel 1843 compiaono i primi preservativi in gomma, grazie alla scoperta del processo di vulcanizzazione. Quest’ultimo inventato da Goodyear (più noto per l’ominima marca dei pneumatici) e da Hancock, riuscì ad elasticizzare la gomma naturale e rese possibile la produzione di massa di prodotti più affidabili e meno costosi, compresi i profilattici. La vulcanizzazione consiste nel trattare la gomma naturale con zolfo e alta temperatura. Questo processo trasforma la gomma grezza in un materiale forte ed elastico, che può tendersi senza lacerarsi.
Nel tempo il processo di fabbricazione dei preservativi di gomma subisce modifiche ed evoluzioni sia per quanto rigurda le tecniche di purificazione del lattice che l’adozione di più efficaci lubrificanti e spermicidi. Il talco usato come rivestimento viene sostituito dall’amido di riso o mais, o da finissime polveri minerali, fisiologicamente inerti. I lubrificanti nell’80 per cento dei casi sono oli di silicone, anche se iniziano ad affermarsi composti a base acquosa, costituiti da addensanti usati da tempo nelle industrie alimentari e cosmetiche.
Attorno agli anni Trenta del Novecento l’utilizzo del lattice soppianta la gomma, rendendo possibile la diminuzione dello spessore e migliorando la qualità e l'affidabilità dei preservativi.
Ripercorrendo la grafica delle scatole e i nomi scelti per questi “protettori del pene”, si può facilmente ricostruire uno spaccato storico delle differenti epoche. Sulle sue confezioni di una nota marca si susseguono nomi greci e classici con grafica liberty (1927), o simboli di forza e potenza (1928), tra cui l’aquila (1929), indirizzati soprattutto ai “fruitori” militari, per giungere poi a confezionni cammuffate da pacchetti di sigarette (1955), o impreziosite dal classico simbolo dell’amore, un Cupido scaglia frecce.
Attorno agli anni Novanta del Novecento si assiste ad una ulteriore rivoluzione costruttiva: si comincia infatti ad affermare l’utilizzo di un nuovo materiale derivato dal poliuretano, dotato di una resistenza doppia rispetto al lattice. In questo modo è quindi possibile ottenere un profilattico più sottile e sensibile.
Attualmente esistono preservativi di numerosi gusti, taglie e colori e per le esigenze più disparate.
L’UTILIZZO
L’utilizzo del preservativo presenta numerosi vantaggi: l’assenza di controindicazioni o di effetti collaterali (sono rari i casi di allergia al lattice), la facilità di utilizzo, la semplicità di reperimento (farmacia, supermercato, eccetera), ma soprattutto è un mezzo efficace di prevenzione per tutte le malattie a trasmissione sessuale, dette anche malattie veneree.
I MUSEI
Negli ultimi anni stanno sorgendo veri e propri musei dedicati a questo metodo contraccettivo. In Francia tra Tolosa e Bordeaux, nel dipartimento di Gres, sorge la cittadina di Condom, che si appresta ad ospitare il Museo del Preservativo. Altra struttura museale dedicata alla contraccezione (Hall of Contraception) quella di Toronto fondata da Percy Skuy, già presidente della Società Farmaceutica Jannsen Ortho. Il museo, che consta di circa seicento pezzi, è allestito negli spazi della suddetta ex azienda.

All'indomani - più o meno - della moratoria sulla pena di morte, la Chiesa - e non solo - si batte per un analogo provvedimento sull'aborto (In Italia, legge 194), equiparandolo ad un omicidio. Per un difetto di coerenza o una grande svista, la stessa lascia che molte altre persone muoiano ogni giorno, vittime dell'Aids. Molti si potrebbero salvare proprio grazie al preservativo, al cui utilizzo la Chiesa si oppone da sempre, anche nel caso in cui sia sieropositivo il coniuge...

L'immagine scelta riporta alla vicenda della revoca di finanziamenti e alla chiusura del periodico dell'Università di Genova "Ergo Sum" (http://www.work-out.org/ergosum/), per un'immagine, realizzata in collaborazione con la LILA (Lega Italiana per la Lotta all'Aids), di un Cristo vestito con un preservativo. Si tratta in realtà di una protezione di plastica, applicata alla statua nel corso dei lavoro di restauro nella chiesa nella quale si trova...

La malizia non è nelle cose ma in chi guarda. Me lo diceva la nonna...

sabato 5 gennaio 2008

Sciarada

Fuhrer, mein Fuhrer... tu sei il genio del male
non avrei mai creduto di desiderare
di essere crudele per ottenere spazio vitale
di dover ringhiare, i miei canini sono bambini

Insegnami ad odiare
a non provare compassione
a sterminare
l’emozione e la comprensione
la bellezza e tutta la dolcezza che ho... dentro...

Fuhrer, mein Fuhrer... potrò, chissà... riuscire
io che sono un grillo a diventare uno sciacallo
a sterilizzare la mia coscienza da sempre incinta
a soffocare i sentimenti così arroganti

Insegnami ad odiare
a non provare compassione
a sterminare
l’emozione e la comprensione
la bellezza e tutta la dolcezza che ho... dentro...

E mi sorprendo
di quel che sento
io non so che succede in me
resto qui in attesa...

Fuhrer, mein Fuhrer... mi fermo a mezza strada
tra ingenuità e cinismo io scelgo una sciarada

Non voglio più cercare
le risposte alle domande
ma solo rilassare
la mia mente sempre più presente
il mio cuore sempre più esigente
cuore e mente sono tutto quello che ho... dentro...

PAOLA ANGELI, 2007, presentata a "Musicultura Festival XVIII Edizione"


E pensare che Hitler voleva fare il pittore
(e che io una volta sono stata una volta definita "genio del male")...
Poi la vita ti cambia... in modo più o meno imprevedibile e nel gioco delle parti, anche una papera può credersi un cane...

LA PAPERA CHE SI CREDE UN CANE Risponde ai comandi e manda baci con il becco. È una papera che si comporta come un cane perchè come tale è stata allevata. Abbandonata dalla sua padrona, causa trasferimento, ora aspetta che qualcuno la possa adottare. (...) Cresciuta in casa da una signora austriaca, con carezze, complimenti, lattuga fresca e latte, la paperetta ha cominciato a rispondere ai comandi, mandando perfino i baci col becco, convinta di essere un cane, malgrado il piumaggio candido e un «vocione» inequivocabilmente pennuto. (...) DA LA STAMPA.LA ZAMPA del 10/1/2008

mercoledì 2 gennaio 2008

Giochiamo al gioco delle fratture?

Si, si, dai. Inventiamocene di nuove, non vediamo le vecchie. Giochiamo di fantasia sulla pelle del primo arrivato. Noi sappiamo, noi possiamo. Perché non vuoi giocare? La frattura c'è! Gioca coi noi! Giochiamo al totoprognosi? Al massimo ritorni qui... e possiamo ricominciare a giocare. Giochiamo tutti qui, sia al piano terra che al primo piano. Basta aspettare, basta pagare. Sappiamo fare tanti ghigni, tanti sorrisi: siamo simpatici. Giochiamo a fare gli spocchiosi. Lo scemo sei tu. Noi siamo intelligenti.
Perché ti lamenti? Perché ti lamenti? Perché ti lamenti?

Oggi al Pronto Soccorso c'era una signora col marito. Due anziani, molto anziani. Probabilmente lui è caduto in casa. Hanno fatto dei controlli per eventuali fratture con esito negativo ed hanno deciso di trasportarlo nell'altro ospedale cittadino per ulteriori controlli generali. Cose che capitano. Li ho conosciuti così dalle 10 di mattina fino alle 15 circa, prima in attesa della visita e poi di un'ambulanza.
Lei una maschera tragica, di dolore e preoccupazione, con la bocca piegata in una morfia indescrivibile, i denti a vista, gli occhi velati di lacrime.
Lui disteso, bianco su una barella, a volte scatarrante, stanco di aspettare vicino ad una porta con una fotocellula (forse) troppo sensibile che si apriva continuamente facendo entrare la corrente...
Non so come finirà la loro storia... Ho provato tanta pietà per loro, per il Pronto Soccorso, per me e per tutti coloro che erano lì intorno... Non c'era spazio per la solidarietà, non si poteva fare nulla. Il dolore di quella donna, le sue ansie e il suo crescente disappunto non avevano nome. Era impossibile sostenere lo sguardo di quella donna. Troppo perfetta la sua smorfia, troppo vera, un pianto e un urlo soffocato, imprigionato, senza pudore, senza crampi, una fusione perfetta con la faccia dalla quale non prendersi quasi mai una pausa. Aveva paura per lui, per lei, sembra impietrita da una qualche oscura visione.
Goya e Bosch avrebbero saputo bene cosa farne un'opera d'arte, renderla immortale.

Anch'io stamattina stavo aspettando la mia ambulanza per tornare a casa, troppo viziata (e stronzetta) per l'infermiera... "Si chiami un taxi. Non ha qualcuno che la venga a prendere? L'ambulanza serve per le urgenze, mica per cose del genere. Non riesce a salire le scale?". Stamattina i soccorritori in quell'ambulanza non avevano messo in dubbio il mio bisogno... Strano...
Per quell'intelligente infermiera, io avrei dovuto fare le scale senza caricare, con un tutore (quello che i loro colleghi mi hanno "regalato" per Natale) che pare una suoletta per scarpe troppo indurita (senza la scarpa perché non entra), rischiando di peggiorare la nuova frattura che solo oggi dopo 20 gg e dopo una lastra supplicata mi hannotrovato.... La prognosi oggi da 00 gg. diventa 20 gg.
Resto sempre troppo basita di fronte alla stupidità, specie se è sfacciata. Non me ne capacito e non riesco a rispondere... Se ci riesco e mi ribattono, mi blocco. Non mi pare possibile. Dovrei almeno, per questi casi, potenziare la vista e leggere i nomi dei signori e delle signorine di turno... chissà mai che possano servire...

«L'intelletto distingue tra il possibile e l'impossibile. La ragione distingue fra il sensato e l'insensato. Anche il possibile può essere insensato».
Max Born

Io volevo tornare a casa e giocare. Ero sicura che sarei tornata alla vita, alla mobilità condita con un pò di insano shopping, tanto per passare il tempo in questa città sempre più grigia e oggi salutata dalla neve. Fare muscoli tra pacchetti e spintoni con le "femmine" (con direbbe un noto sociologo e massmediologo...) infoiate alla ricerca dell'occasione o dell'emozione. Invece si rimanda tutto... le speranze e la ginnastica... "Tra un venti oggi potrà fare la cyclette!!!" mi dice euforico il medico... Chissà perché...

martedì 1 gennaio 2008

Voglio una rana

Maurizio Boscheri, Let's go Party

Vorrei una rana da leccare, di quelle belle speciali che fanno sognare e magari dimenticare
tutte ma proprio tutte le cose da fare.



Nel vecchio stagno
una rana si tuffa.
Il rumore dell'acqua.
- Matsuo Basho -

Un manichino tragico(mico)

L'anno nuovo comincia anche con una nota di colore davvero notevole... sempre dalla nostra cara Italietta...
Protagonisti: un ministro, un regalo di Natale, la fobia del terrorismo e l'ignoranza, un pò di agenti, la stampa, io, tu (e chi vuoi)...


(ANSA) - ROMA, 31 DIC - Intercettato un pacco che conteneva un manichino incaprettato mani e piedi accompagnato da scritte in arabo e destinato al ministro Mastella. E' avvenuto nell'ufficio postale di via Bravetta a Roma. Il pacco era indirizzato al Guardasigilli al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria in Largo Daga. Tra le scritte, una che e' stata tradotta con 'Liberta' e giustizia per Kassim'. Sono intervenuti il commissariato di zona, artificieri, Digos e la polizia penitenziaria.
IN REALTà ci dicono oggi:
(RAI NEWS24) "Si tratta di un pacco regalo spedito dall'artista bergamasco Giovanni Bianchini - ha aggiunto Ezio Locatelli, parlamentare bergamasco di Rifondazione Comunista, - senza alcuna minaccia, e contenente un'opera d'arte" -. L'opera in questione è un pupazzo realizzato con dello scotch, che rappresenta le vittime delle cosiddette "extraordinary redention", uomini arrestati dai servizi segreti americani e ora ingiustamente detenuti nelle carceri di mezzo mondo con l'accusa di terrorismo.
(Tra di essi anche Britel Abu Elkassim, il cittadino italo-marocchino, sposato con una donna italiana, detenuto in Marocco, per la cui storia rimandiamo a http://www.giustiziaperkassim.net/)

Io comunque i manichini li preferisco così:
http://www.splash.it/sexy/kamasutra/illustrato/posizioni_acrobatiche/index.htm
(e anche la "versione" originale dell'opera... Kendell Geers, T.W. (I.N.R.I.), 1995-2002)
De gustibus...