Si, si, dai. Inventiamocene di nuove, non vediamo le vecchie. Giochiamo di fantasia sulla pelle del primo arrivato. Noi sappiamo, noi possiamo. Perché non vuoi giocare? La frattura c'è! Gioca coi noi! Giochiamo al totoprognosi? Al massimo ritorni qui... e possiamo ricominciare a giocare. Giochiamo tutti qui, sia al piano terra che al primo piano. Basta aspettare, basta pagare. Sappiamo fare tanti ghigni, tanti sorrisi: siamo simpatici. Giochiamo a fare gli spocchiosi. Lo scemo sei tu. Noi siamo intelligenti.
Perché ti lamenti? Perché ti lamenti? Perché ti lamenti?
Perché ti lamenti? Perché ti lamenti? Perché ti lamenti?
Oggi al Pronto Soccorso c'era una signora col marito. Due anziani, molto anziani. Probabilmente lui è caduto in casa. Hanno fatto dei controlli per eventuali fratture con esito negativo ed hanno deciso di trasportarlo nell'altro ospedale cittadino per ulteriori controlli generali. Cose che capitano. Li ho conosciuti così dalle 10 di mattina fino alle 15 circa, prima in attesa della visita e poi di un'ambulanza.
Lei una maschera tragica, di dolore e preoccupazione, con la bocca piegata in una morfia indescrivibile, i denti a vista, gli occhi velati di lacrime.
Lui disteso, bianco su una barella, a volte scatarrante, stanco di aspettare vicino ad una porta con una fotocellula (forse) troppo sensibile che si apriva continuamente facendo entrare la corrente...
Non so come finirà la loro storia... Ho provato tanta pietà per loro, per il Pronto Soccorso, per me e per tutti coloro che erano lì intorno... Non c'era spazio per la solidarietà, non si poteva fare nulla. Il dolore di quella donna, le sue ansie e il suo crescente disappunto non avevano nome. Era impossibile sostenere lo sguardo di quella donna. Troppo perfetta la sua smorfia, troppo vera, un pianto e un urlo soffocato, imprigionato, senza pudore, senza crampi, una fusione perfetta con la faccia dalla quale non prendersi quasi mai una pausa. Aveva paura per lui, per lei, sembra impietrita da una qualche oscura visione.
Goya e Bosch avrebbero saputo bene cosa farne un'opera d'arte, renderla immortale.
Anch'io stamattina stavo aspettando la mia ambulanza per tornare a casa, troppo viziata (e stronzetta) per l'infermiera... "Si chiami un taxi. Non ha qualcuno che la venga a prendere? L'ambulanza serve per le urgenze, mica per cose del genere. Non riesce a salire le scale?". Stamattina i soccorritori in quell'ambulanza non avevano messo in dubbio il mio bisogno... Strano...
Per quell'intelligente infermiera, io avrei dovuto fare le scale senza caricare, con un tutore (quello che i loro colleghi mi hanno "regalato" per Natale) che pare una suoletta per scarpe troppo indurita (senza la scarpa perché non entra), rischiando di peggiorare la nuova frattura che solo oggi dopo 20 gg e dopo una lastra supplicata mi hannotrovato.... La prognosi oggi da 00 gg. diventa 20 gg.
Resto sempre troppo basita di fronte alla stupidità, specie se è sfacciata. Non me ne capacito e non riesco a rispondere... Se ci riesco e mi ribattono, mi blocco. Non mi pare possibile. Dovrei almeno, per questi casi, potenziare la vista e leggere i nomi dei signori e delle signorine di turno... chissà mai che possano servire...

Lei una maschera tragica, di dolore e preoccupazione, con la bocca piegata in una morfia indescrivibile, i denti a vista, gli occhi velati di lacrime.
Lui disteso, bianco su una barella, a volte scatarrante, stanco di aspettare vicino ad una porta con una fotocellula (forse) troppo sensibile che si apriva continuamente facendo entrare la corrente...
Non so come finirà la loro storia... Ho provato tanta pietà per loro, per il Pronto Soccorso, per me e per tutti coloro che erano lì intorno... Non c'era spazio per la solidarietà, non si poteva fare nulla. Il dolore di quella donna, le sue ansie e il suo crescente disappunto non avevano nome. Era impossibile sostenere lo sguardo di quella donna. Troppo perfetta la sua smorfia, troppo vera, un pianto e un urlo soffocato, imprigionato, senza pudore, senza crampi, una fusione perfetta con la faccia dalla quale non prendersi quasi mai una pausa. Aveva paura per lui, per lei, sembra impietrita da una qualche oscura visione.
Goya e Bosch avrebbero saputo bene cosa farne un'opera d'arte, renderla immortale.
Anch'io stamattina stavo aspettando la mia ambulanza per tornare a casa, troppo viziata (e stronzetta) per l'infermiera... "Si chiami un taxi. Non ha qualcuno che la venga a prendere? L'ambulanza serve per le urgenze, mica per cose del genere. Non riesce a salire le scale?". Stamattina i soccorritori in quell'ambulanza non avevano messo in dubbio il mio bisogno... Strano...
Per quell'intelligente infermiera, io avrei dovuto fare le scale senza caricare, con un tutore (quello che i loro colleghi mi hanno "regalato" per Natale) che pare una suoletta per scarpe troppo indurita (senza la scarpa perché non entra), rischiando di peggiorare la nuova frattura che solo oggi dopo 20 gg e dopo una lastra supplicata mi hannotrovato.... La prognosi oggi da 00 gg. diventa 20 gg.
Resto sempre troppo basita di fronte alla stupidità, specie se è sfacciata. Non me ne capacito e non riesco a rispondere... Se ci riesco e mi ribattono, mi blocco. Non mi pare possibile. Dovrei almeno, per questi casi, potenziare la vista e leggere i nomi dei signori e delle signorine di turno... chissà mai che possano servire...
«L'intelletto distingue tra il possibile e l'impossibile. La ragione distingue fra il sensato e l'insensato. Anche il possibile può essere insensato».
Max Born
Io volevo tornare a casa e giocare. Ero sicura che sarei tornata alla vita, alla mobilità condita con un pò di insano shopping, tanto per passare il tempo in questa città sempre più grigia e oggi salutata dalla neve. Fare muscoli tra pacchetti e spintoni con le "femmine" (con direbbe un noto sociologo e massmediologo...) infoiate alla ricerca dell'occasione o dell'emozione. Invece si rimanda tutto... le speranze e la ginnastica... "Tra un venti oggi potrà fare la cyclette!!!" mi dice euforico il medico... Chissà perché...Max Born

3 commenti:
ciao, ma che ti è successo? ho letto per caso del tuo gesso o tutore...questo non l'ho capito bene !!! piacere Michele se ti va di fare 4 chiacchiere in questo tuo periodo di stasi...volentieri. Hai messenger?
dài, sii felice. Lo so che non vedi l'ora di farti un bel giro con la cyclette.
Buon anno blogger claudicante.
ciao, michele. prima sono stata in compagnia di una doccia gessata per 20 gg, adesso sostituita da un brutto tutore con chiusura a strappo (che mi costringe quindi a calzare a sx una scarpa n. 37 e a dx un 43..., accompagnate dalle stampelle!). Se i gentile ma purtroppo non ho messenger...
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