mercoledì 9 gennaio 2008

IN PRINCIPIO FU IL PROFILATTICO

In un periodo di inviti da più fronti ad una casta e continua castità, cade un compleanno importante: quello del condom, altrimenti conosciuto con il più diffuso nome di preservativo e con nomignoli (guanto, palloncino, cappuccio, condom e tra i nomi più storici e curiosi citiamo quello attribuito da Giacomo Casanova: ‘cappuccio di sicurezza’; William Shaspeare: ‘guanto di Venere’; Mussolini: i ‘guanti di Parigi’ e il nome meno prosaico diffuso tra i contadini, di ‘copri uccello per voli sicuri’) più o meno dialettali e volgari.
Il piacere, e il tentativo di evitare malattie sessualmente trasmissibili, sono sempre stati ricercati come e più della mortificazione carnale.
Il profilattico e la contraccezione hanno quindi una storia millenaria che intreccia società, medicina e tecnologia. Vari, e potremmo pure dire originali, i metodi utilizzati: spugne, cappucci, cervicali, succo di limone, ma anche sterco di coccodrillo (manoscritto di Kahun, 1900 a.C.) e di elefante, da mescolare con miele, che fermentando producevano l’acido lattico ancora oggi utilizzato in alcune creme spermicide.
Erano piuttosto diffusi come contraccettivi femminili anche beveroni, tra cui quello di mercurio per evitare gravidanze indesiderate, circa 4000 anni fa in Cina, e di una sorta di whisky fermentato con testicoli essiccati di castoro da parte delle donne del New Brunswick, nel Nord America. Ulteriori indicazioni in tal senso si trovano anche attribuite al medico greco del V secolo a.C., Ippocrate, che consigliava di ingerire miscele di solfato di ferro e rame, preparazioni derivate dal croco, dall'alloro, dai semi di ortica o dalle radici di peonia.
I metodi contraccettivi erano quindi diffusi in tutto il mondo e risentivano delle “specificità locali”. Impossibile infatti trovare coccodrilli in Europa. Una uguale preoccupazione ed interesse accomunava gli uomini di diverse razze, fratelli in questa comune ricerca del piacere “senza conseguenze”.
Anche nella Bibbia si possono trovare notizie della contraccezione. Nel libro della Genesi (38:9), Onan praticava il coito interrotto. Si legge infatti: «Onan sapeva che la prole non sarebbe stata considerata come sua; così, ogni qualvolta si univa alla moglie del fratello spargeva per terra il suo seme, per non dare una posterità al fratello».
Di un ulteriore metodo antico, ma di maggiore affidabilità, si trova notizia in un manoscritto medico detto il Papiro di Ebers (1552 a. C.), così chiamato dal nome del docente di archeologia a Berlino e Lipsia, Georg Moritz Ebers (1838-1898), che lo scoprì nel 1862 a Thebes (Luxor). Il consiglio ha un aspetto culinario ma applicazione ed effetti totalmente differenti. Dalla macinazione di datteri, acacia e miele si ottiene un impasto umido, che, intinto nel cotone grezzo nella gelatina dolce, va inserito in vagina fino a chiudere l’accesso all’utero. Questa mistura era di solito efficace, poichè l’acacia fermentando si trasforma in acido lattico, uno spermicida riconosciuto.
Il piacere sessuale si è intrecciato anche con la carne. In tutti i sensi.
Infatti una volta molti preservativi sono stati ottenuti utilizzando intestini animali.
L’uso del profilattico può essere fatto risalire ai cretesi, circa 3000 anni fa. I primi preservativi del re Minosse di Creta, realizzati in vescica di pesce, servivano soprattutto per evitare gravidanze indesiderate.
In seguito presso gli antichi egizi (1220 a.C.), il preservativo era realizzato con vesciche ed intestini di animali, oppure in tela di lino, quest’ultimo con scopo sembra solo decorativo.
Gli antichi romani si servivano di vesciche di capra e tamponi bagnati in pozioni d'erbe. A utilizzare questi prototipi di preservativi erano soprattutto i soldati, nel corso delle lunghe campagne militari lontano dalla patria.
Diversi sono i materiali nel 1000 a.C. utilizzati da giapponesi e cinesi per costruire i preservativi: i primi infatti utilizzarono cilindretti di cuoio o scaglie di gusci di tartaruga, rese flessibili da soluzioni alcaline, mentre i secondi ricorsero a sottili foglie di carta oleata opportunamente sagomata e avvolta attorno al pene.
La presenza e diffusione in Europa di questo “strumento”, o forse è meglio definirlo “indumento”, è documentata al 100-200 d.C., come testimoniano le scene di pittura rupestre ritrovate a Combarelles in Dordogna (Francia). Si ritiene che materiali impiegati fossero intestini di animali.
Nel Rinascimento venne sperimentato l’utilizzo di fodere di lino sottilissime e riccamente decorate che prima dell’uso immergevano in infusi astringenti. Tali oggetti erano di uso esclusivo delle classi sociali più elevate.
Con la scoperta dell’America arrivarono in Europa, tramite le navi spagnole, oltre a metalli preziosi e nuovi ortaggi anche il virus della sifilide.
Nel 1555 Gabriele Falloppio (1523-1562), medico anatomista, meglio conosciuto per la descrizione delle trombe uterine, studiò l’utilizzo di guaine di lino, imbevute in una soluzione di sale ed erbe, per prevenire questa malattia detta anche “mal francese”, malattia al tempo molto diffusa e mortale (nel suo libro Morbo Gallico).
Questa mutata situazione sanitaria contribuì ad un’incremento della diffusione ed utilizzo del profilattico anche presso le milizie impegnate nelle lunghe campagne militari dell’epoca. A Birmingham, nei sotterranei del castello di Dudley, sono stati ritrovati alcuni esemplari di profilattico, fatti di intestini di animali o pesci, probabilmente usati al tempo della guerra civile tra l’esercito di Oliver Cromwell e le milizie di Carlo I (1640).
L’origine del termine moderno “condom” non è chiara. Vi sono almeno quattro possibili spiegazioni: che il nome derivi dal termine latino “condus”, ossia ricettacolo, recipiente e dal verbo “condere”, che significa “nascondere, difendere, proteggere, contenere”; oppure sia da associare al medico di Carlo II d’Inghilterra (1630-1685), il dottor Condom, che creò per il suo re guaine realizzate con budello animale; o ancora, al medico militare Quondam, del quale “Condom” sarebe quindi una sorta di storpiatura. Per altri invece il nome deriverebbe dalla ominima cittadina francese nel dipartimento di Gres, le cui macellerie fornivano gli intestini di agnello da ammorbidire con olio di mandorle prima di ogni incontro amoroso.
Nel Settecento si diffonde l’utilizzo per preservativo, grazie al re di Inghilterrra, Carlo II, non più solo per prevenire malattie sessualmente trasmissibili ma anche come contraccettivo. A Luigi XVI, nel 1750, venne regalato, attraverso canali diplomatici, la "Capote d'anglaise", l’"impermeabile inglese". A quei tempi i preservativi erano foderati con velluto e seta, utilizzati dagli uomini nelle corti e regolarmente venduti.
Anche il più celebre amante di tutti i tempi, Giacomo Casanova (1725-1798), parla dei preservativi, dicendo che non sarebbe mai "montato in sella" senza la sua “redingote anglaise”, ovvero la sua giacca da cavallerizzo inglese, fatta di tela di lino.
Nel 1766, per la prima volta, vennero fornite informazioni sull’utilizzo dei preservativi su volantini.
Nell'Ottocento venivano utilizzati sia l'intestino di agnello o di capra che la seta per produrre profilattici. Questi preservativi, fissati al pene con un nastro posizionato sul lato dell'apertura, erano riutilizzabili.
Nel 1843 compiaono i primi preservativi in gomma, grazie alla scoperta del processo di vulcanizzazione. Quest’ultimo inventato da Goodyear (più noto per l’ominima marca dei pneumatici) e da Hancock, riuscì ad elasticizzare la gomma naturale e rese possibile la produzione di massa di prodotti più affidabili e meno costosi, compresi i profilattici. La vulcanizzazione consiste nel trattare la gomma naturale con zolfo e alta temperatura. Questo processo trasforma la gomma grezza in un materiale forte ed elastico, che può tendersi senza lacerarsi.
Nel tempo il processo di fabbricazione dei preservativi di gomma subisce modifiche ed evoluzioni sia per quanto rigurda le tecniche di purificazione del lattice che l’adozione di più efficaci lubrificanti e spermicidi. Il talco usato come rivestimento viene sostituito dall’amido di riso o mais, o da finissime polveri minerali, fisiologicamente inerti. I lubrificanti nell’80 per cento dei casi sono oli di silicone, anche se iniziano ad affermarsi composti a base acquosa, costituiti da addensanti usati da tempo nelle industrie alimentari e cosmetiche.
Attorno agli anni Trenta del Novecento l’utilizzo del lattice soppianta la gomma, rendendo possibile la diminuzione dello spessore e migliorando la qualità e l'affidabilità dei preservativi.
Ripercorrendo la grafica delle scatole e i nomi scelti per questi “protettori del pene”, si può facilmente ricostruire uno spaccato storico delle differenti epoche. Sulle sue confezioni di una nota marca si susseguono nomi greci e classici con grafica liberty (1927), o simboli di forza e potenza (1928), tra cui l’aquila (1929), indirizzati soprattutto ai “fruitori” militari, per giungere poi a confezionni cammuffate da pacchetti di sigarette (1955), o impreziosite dal classico simbolo dell’amore, un Cupido scaglia frecce.
Attorno agli anni Novanta del Novecento si assiste ad una ulteriore rivoluzione costruttiva: si comincia infatti ad affermare l’utilizzo di un nuovo materiale derivato dal poliuretano, dotato di una resistenza doppia rispetto al lattice. In questo modo è quindi possibile ottenere un profilattico più sottile e sensibile.
Attualmente esistono preservativi di numerosi gusti, taglie e colori e per le esigenze più disparate.
L’UTILIZZO
L’utilizzo del preservativo presenta numerosi vantaggi: l’assenza di controindicazioni o di effetti collaterali (sono rari i casi di allergia al lattice), la facilità di utilizzo, la semplicità di reperimento (farmacia, supermercato, eccetera), ma soprattutto è un mezzo efficace di prevenzione per tutte le malattie a trasmissione sessuale, dette anche malattie veneree.
I MUSEI
Negli ultimi anni stanno sorgendo veri e propri musei dedicati a questo metodo contraccettivo. In Francia tra Tolosa e Bordeaux, nel dipartimento di Gres, sorge la cittadina di Condom, che si appresta ad ospitare il Museo del Preservativo. Altra struttura museale dedicata alla contraccezione (Hall of Contraception) quella di Toronto fondata da Percy Skuy, già presidente della Società Farmaceutica Jannsen Ortho. Il museo, che consta di circa seicento pezzi, è allestito negli spazi della suddetta ex azienda.

All'indomani - più o meno - della moratoria sulla pena di morte, la Chiesa - e non solo - si batte per un analogo provvedimento sull'aborto (In Italia, legge 194), equiparandolo ad un omicidio. Per un difetto di coerenza o una grande svista, la stessa lascia che molte altre persone muoiano ogni giorno, vittime dell'Aids. Molti si potrebbero salvare proprio grazie al preservativo, al cui utilizzo la Chiesa si oppone da sempre, anche nel caso in cui sia sieropositivo il coniuge...

L'immagine scelta riporta alla vicenda della revoca di finanziamenti e alla chiusura del periodico dell'Università di Genova "Ergo Sum" (http://www.work-out.org/ergosum/), per un'immagine, realizzata in collaborazione con la LILA (Lega Italiana per la Lotta all'Aids), di un Cristo vestito con un preservativo. Si tratta in realtà di una protezione di plastica, applicata alla statua nel corso dei lavoro di restauro nella chiesa nella quale si trova...

La malizia non è nelle cose ma in chi guarda. Me lo diceva la nonna...

1 commento:

Mox ha detto...

la Chiesa non è insensibile al problema dell'AIDS, è allo studio della CEI la proposta di una moratoria sul sesso, così si taglia la testa al toro.
E comunque sembra che la Congregazione per la Dottrina della Fede sia pronta a qualche timida apertura sul preservativo: si può usare, purché non sia durante il rapporto sessuale.