domenica 28 dicembre 2008

Per Eluana

La ballata dell'angelo ferito

di GUIDO CERONETTI


Urlate urlate urlate urlate.
Non voglio lacrime. Urlate.
Idolo e vittima di opachi riti
Nutrita a forza in corpo che giace
Io Eluana grido per non darvi pace

Diciassette di coma che m'impietra
Gli anni di stupro mio che non ha fine.
Una marea di sangue repentina
Angelica mi venne e fu menzogna
Resto attaccata alla loro vergogna

Ero troppo felice? Mi ha ghermita
Triste fato una notte e non finita.
Gloria a te Medicina che mi hai rinata
Da naso a stomaco una sonda ficcata
Priva di morte e orfana di vita

Ho bussato alla porta del Gran Prete
Benedetto: Santità fammi morire!
Il papa è immerso in teologica fumata
Mi ha detto da una finestra un Cardinale
Bevi il tuo calice finché sia secco
Ti saluta Sua Santità con tanto affetto

Ho bussato alla porta del Dalai Lama.
Tu il Riverito dai gioghi tibetani
Tu che il male conosci e l'oppressura
Accendimi Nirvana e i tubi oscura
Ma gli occhi abbassa muto il Dalai Lama

Ho bussato alla porta del Tribunale
E il Giudice mi ha detto sei prosciolta
La legge oggi ti libera ma tu domani
Andrai tra di altri giudici le mani.
Iniquità che predichi io gemo senza gola
Bandiera persa qui nel gelo sola

Ho bussato alla porta del Signore
Se tu ci sei e vedi non mi abbandonare
Chiamami in cielo o dove mai ti pare
Soffia questa candela d'innocente
Ma il Signore non dice e non fa niente

Ho bussato alla porta del padre mio
Lui sì risponde! Figlia ti so capire
Dolcissimo io vorrei darti morire
Ma c'è una bieca Italia di congiura
Che mi sentenzia che non è natura

E il mio papà piangeva da fontana
Me tra ganasce di sorte puttana.
Cittadini, di tanta inferta offesa
Venga alla vostra bocca il sale amaro.
Pensate a me Eluana Englaro

(28 dicembre 2008)

domenica 7 dicembre 2008

Tanto tempo è passato e tanto ne passerà

Dal 4 novembre nuova svolta nella mia vita e il computer c'entra poco... Mi è stato restituito e adesso riesco a "vedere" -miracolo delle sostituzioni di pezzi - anche se con instancabile periodicità il mio pc si ostina a propinarmi lo schermo blu della morte con tanto di scritte bianche di morte. Almeno questa volta la mia mania di persecuzione non c'entra e la rivolta delle macchine è visibile anche al mio vicino di scrivania, alias fidanzato.
Comunque... dal 4 novembre sono di nuovo nel magico mondo della scuola.
Ovviamente dall'altra parte della scrivania.... in teoria visto che in pratica sono piccola tra i piccoli e mi hanno rubato la scrivania. In semplici aulette, priva della protezione "ingrandente" della scrivania, sono alta quanto loro e sono ancora di più scambiata per una studentessa...
Comunque... Non più otto classi ma solo quattro (s)fortunati alunni, alcuni dei quali hanno il destino di cominciare quattro giornate su cinque salutati dalla mia presenza...
Chissà chi sopravviverà a chi...

martedì 21 ottobre 2008

venerdì 17 ottobre 2008

Ernie Chambers, in carica da 38 anni, voleva portare il Signore in tribunale
per aver diffuso paura e terrore e di permettere catastrofi e sciagure
Usa, un senatore vuole fare causa a Dio
"Respinta, l'Onnipotente non ha indirizzo"
Il giudice: è impossibile notificare l'atto all'accusato
di MARCO PASQUA
Usa, un senatore vuole fare causa a Dio "Respinta, l'Onnipotente non ha indirizzo"
Aveva fatto causa a Dio, responsabile, a suo dire, di aver diffuso paura e terrore in tutto il mondo. Ma il procedimento giudiziario non avrà alcun seguito: un giudice del Nebraska lo ha infatti respinto, perché Dio non ha alcun indirizzo al quale poter notificare l'avvio della causa. Si chiude così la vicenda che vede protagonista lo storico senatore democratico del Nebraska, Ernie Chambers, che, il 14 settembre dello scorso anno, aveva depositato la sua provocatoria causa in una corte del Nebraska.
Secondo il documento redatto dal senatore 71enne (definito da molti "l'uomo di colore più arrabbiato di tutto lo Stato"), Dio e tutti i suoi seguaci, sarebbero responsabili "delle continue minacce terroristiche, con conseguenti danni per milioni e milioni di persone in tutto il mondo". Minacce la cui credibilità è avallata, secondo Chambers, "dalla storia personale di Dio".
Nel documento gli si attribuisce anche la responsabilità di "terremoti, uragani, guerre e nascite di bimbi con malformazioni". Ancora: Dio è accusato di aver "distribuito, in forma scritta, documenti che servono a trasmettere paura, ansia, terrore e incertezza, al fine di ottenere obbedienza" da parte degli uomini.
Chambers ha spiegato di aver avviato questo procedimento per dimostrare che "tutti possono avere accesso a una corte, indipendentemente dal fatto se siano ricchi o poveri" e per sottolineare che "ognuno può essere citato in giudizio". Il suo obiettivo era di ottenere dai giudici una diffida, in cui si sarebbe dovuto sollecitare Dio a interrompere ogni genere di "minaccia" sul mondo.
La causa, comunque, non avrà alcun seguito, perché "non è stato possibile reperire un indirizzo ufficiale di Dio". Il giudice Marlon Polk si è appellato a una legge del Nebraska, secondo la quale chi avvia un procedimento giudiziario deve avere l'indirizzo della persona chiamata a difendersi in aula.
Chambers non si dà per vinto, e anzi si è detto soddisfatto della decisione del giudice. "La corte - ha dichiarato - ha ammesso l'esistenza di Dio. La conseguenza di questa decisione è che viene riconosciuta l'onniscienza di Dio. Quindi, se è vero che sa tutto, deve anche essere a conoscenza di questa causa". Il senatore, che è in carica da 38 anni, ha adesso 30 giorni di tempo per decidere se fare appello.

Arriva e subito se ne va...

Neanche il tempo di sperare e pufff... tutto dissolto.
Il computer appena tornato - anticipato da un sms -, tolto con fatica dall'eccessivo imballaggio, non è stato affatto aggiustato... o forse chissà...
Magari campi magnetici, attrazioni gravitazionali, antipatie alchemiche hanno fatto il patatrac.
Aveva un problema, fastidioso e "piccolino", ora ne ha un'altro, GIGANTE, che lo rende inutilizzabile. Pensavo fosse uno strano screensaver, grigio a righe orizzontali, ma invece no...
Si sbaglia sempre a pensar bene...
Impossibile lavorarci, anche con tutta la pazienza e l'impegno del mondo... Non si vede niente, nulla... Se non questa bella tonalità di grigio che non ci sta a fare niente...
Allora subito a telefonare trattenendo tra le fauci gli improperi ma non il pianto che erompe. Quando è troppo è troppo....
Subito a reimballare e poi ti arriva la mail con le istruzioni per la spedizione!!!! Burloni questi.... Davvero, davvero... Ti dico che il computer è rotto e tu ti aspetti che io ne possa avere un altro, guardarmi la posta e stampare le tue stronzate... quando poi l'Istat parla di famiglie composte da 1 sola persona e si sa che le reti sociali non sono più così forti...
Nella vostra idea di mondo perfetto, io dove sarei dovuta andare?????????? Quanti computer dovrei avere in casa?????
E poi chiusa in casa ad aspettare il corriere perchè non ti possono dare un orario. Penelope del computer. E la tua vita si ferma ancora con lo scazzo infinito per l'ingiustizia e chissà che.
Ora mi aspetta ancora un tempo indefinito... e la speranza di non rivedere a breve il corriere che mi dice "Capita!"....
ma "Capita" che?????????

venerdì 10 ottobre 2008

Fringe? La realtà come la finzione

«Non era stato distribuito cibo»
Malessere collettivo a bordo, aereo costretto ad atterrare
Dodici passeggeri hanno manifestato sintomi da intossicazione sul volo da Boston a Los Angeles

LOS ANGELES - Sintomi influenzali e da intossicazione, nausea, problemi di stomaco. Un misterioso malessere collettivo a bordo di un aereo americano ha costretto il volo 167 Boston-Los Angeles della United Airlines a effettuare un atterraggio di emergenza all'aeroporto internazionale O'Hare di Chicago nella tarda serata di mercoledì.
IL RACCONTO - Secondo l'unità di paramedici di Chicago che ha prestato i primi soccorsi, almeno dodici persone hanno manifestato strani sintomi, nonostante sul volo non fosse stato servito alcun cibo. «Alcune persone hanno rigettato a più riprese, intasando i bagni - spiega uno dei passeggeri ad una radio locale di Los Angeles - e provocando un cattivo odore insostenibile che ha costretto il pilota ad un atterraggio di emergenza».
09 ottobre 2008(ultima modifica: 10 ottobre 2008)

mercoledì 8 ottobre 2008

Habemus santam



Alla fine ce l'ha fatta...

mercoledì 24 settembre 2008

martedì 23 settembre 2008

Il mio computer è impazzito e il mio gatto si masturba

“Fate quello che vi piace, cercate di farlo meglio di chiunque altro e non avrete mai problemi”.
Chet Baker

domenica 21 settembre 2008

Figli di un telecomando (o del midollo)

TECNOLOGIA & SCIENZA
Lo sta studiando un gruppo di scienziati dell'Università di Adelaide, in Australia.
Una minuscola valvola nei dotti deferenti. "E' l'alternativa alla vasectomia"
Il telecomando anticoncezionale. Un clic e blocca gli spermatozooi
di MARCO STEFANINI
UN gruppo di scienziati australiani sta lavorando da tempo a un rivoluzionario metodo contraccettivo, il primo al mondo, che potrebbe dare all'uomo la possibilità di interrompere o riattivare il flusso di spermatozoi. Il tutto premendo il tasto di un telecomando. Il progetto, curato dall'università di Adelaide, è partito dall'analisi dei metodi contraccettivi maschile.
Di fatto, oltre al preservativo, ci sono ben poche alternative: una di queste è la vasectomia. Si tratta di un intervento chirurgico, sicuramente invasivo e a volte doloroso, che impedisce agli spermatozoi di unirsi, attraverso i dotti deferenti, allo sperma. Una volta eseguito, è complicato tornare indietro, e le percentuali di successo non sono alte. Gli esperti dell'università australiana, invece, hanno concepito una minuscola valvola da inserire nei dotti deferenti, per bloccare la circolazione degli spermatozoi. In questo caso, a differenza della vasectomia, non si tratta di qualcosa di definitivo. Basterà, infatti, usare il telecomando per "disattivarla".
Il meccanismo di funzionamento, quindi, è molto semplice. La valvola è in silicone ed è radio controllata: grazie a delle minuscole antennine, capta il segnale che le arriva dal telecomando. A seconda dell'ordine ricevuto (apri o chiudi), si allarga, bloccando i dotti deferenti, o si richiude, riaprendoli. "Sarà come accendere o spegnere la tv - dice il fondatore del team di ricercatori, il professor Derek Abbott - con un'unica differenza: in questo caso il telecomando non potrà essere lasciato in giro per casa, perché la semplice pressione del tasto potrebbe avere come conseguenza indesiderata una gravidanza".
Uno dei vantaggi principali offerti da questa valvola è offerto dalle sue ridotte dimensioni: è grande quanto mezzo chicco di riso. Per questo può essere inserita anche usando una semplicissima siringa e in anestesia locale. "La procedura è semplice - dice Abbott - e potrà essere eseguita anche in un centro specializzato, senza fare ricorso alle strutture di un ospedale". I ricercatori hanno appena finito la fase di progettazione della valvola, che ora dovrà essere testata in laboratorio, usando un tubo d'acqua. Solo dopo sarà applicata sugli animali, in particolare maiali e pecore.
Il metodo, comunque, deve ancora essere perfezionato: non è escluso che, dopo un periodo nel corpo dell'uomo, la valvola si possa bloccare. "Per questo la consiglieremmo solo agli uomini che vogliono sottoporsi ad una vasectomia - dicono gli esperti - così, male che vada, avranno comunque un periodo di relativa libertà". Le richieste di informazioni sono moltissime: "Sono stato letteralmente preso d'assalto, da ogni tipo di domanda, proveniente da persone di tutto il mondo", dice il professor Abbott. Per una sua eventuale commercializzazione, però, bisognerà ancora aspettare a lungo: ci vorranno almeno cinque anni di test sugli animali, prima che potrà essere applicato agli uomini.
(21 settembre 2008)
Scienziati britannici (febbraio 2008) hanno annunciato di aver prodotto spermatozoi da cellule di midollo osseo femminile. Tra gli spermatozoi generati dal midollo osseo femminile sarebbe assente il cromosoma Y, una esclusiva tutta maschile. Questo vuol dire che attraverso quegli spermatozoi nascerebbero solo femminucce. Le ricerche potrebbero consentire a una donna di aver un bambino «tutta da sola», grazie allo sperma prodotto dalle cellule del proprio midollo osseo e ai propri ovuli. E la cosa potrebbe verificarsi anche per un uomo, che potrebbe produrre similarmente le cellule uovo dal proprio midollo osseo. In entrambi i casi si tratterebbe di ipotesi ad lato rischio di anomalie genetiche.
LA SQUOLA E LA VITA

Planisfero di Schedel (1493)

- Cliente: "Sto cercando un mappamondo".
Libraio: "C'e' un modello da scrivania laggiu'".
Cliente: "Uhm no, non e' abbastanza grande.
Non ne avete uno a grandezza naturale?".
Libraio (pausa): "Uhm si', ma al momento lo stiamo utilizzando".


Como, nove maestre per una classe
Sull'anomalia si stanno preparando anche interrogazioni parlamentari
COMO
Nel momento in cui la scuola primaria sta tornando al maestro unico, al Provveditorato di Como è stato segnalato un caso diametralmente opposto, quello di una classe di prima elementare i cui alunni vedranno alternarsi ben nove insegnanti.
Accade alla scuola IV Novembre di Albate, una frazione di Como, la cui preside è stata convocata dal provveditore lunedì per spiegare l’organizzazione delle lezioni nel suo istituto e l’anomalia sul numero delle maestre assegnate alle classi. Il caso, sul quale si stanno preparando anche interrogazioni parlamentari, è stato segnalato sulla base di malumori riscontrati tra i genitori, ma anche tra gli stessi insegnanti.
Praticamente, a fronte di una disponibilità più che sufficiente di docenti, nella scuola di Albate la suddivisione delle maestre per classi è stata fatta grossomodo per materie, in modo da fare ruotare le insegnanti. Fino al paradosso delle nove per una sola classe.

sabato 20 settembre 2008

Ci sono premi e premi...

(ANSA) - FOGGIA, 17 SET - Il premio numero undici di una lotteria e' un funerale completo gratis, ma l'anonimo vincitore non lo ha ritirato. Nonostante sia trascorso un mese dall'esito della riffa organizzata dall'associazione Borgo Magna di San Marco in Lamis. Per il vincitore, che puo' anche regalare il premio, ci sono una bara con cuscino e imbottitura, una lapide, una luce eterna in vetro e ottone, arredi sacri provenienti da San Giovanni Rotondo e un loculo al cimitero municipale.


L'idea dell'originale premio non è però una prerogativa italiana. A giugno in Texas una texana sessantenne, acciaccata ma grintosa (20 operazioni all'attivo), si è aggiudicata un premio simile, "spendibile" entro 30 anni per un funerale del valore di 10mila dollari.
In quel caso tutti i partecipanti alla lotteria speravo nella macabra vincita, vestiti per l'occasione a lutto o come se fossero morti.

Altro giro, altra corsa.
A Dorgali quest'estate, precisamente il 19 luglio, facevano ben altro funerale...

Chi plagia chi?

Il vescovo di Chioggia: "Ci sono persone che spingono il sacerdote a mancare al suo dovere"
Il marito aveva sorpreso la moglie in intimità col prete ed era andato dal vescovo a protestare
Il marito la sorprende insieme al prete ma il vescovo invita a "non giudicare"
VENEZIA - "Non giudicate per non essere giudicati". E' ricorso alle parole di Cristo il 75enne vescovo di Chioggia Angelo Daniel, per giustificare il sacerdote sorpreso lunedi scorso in intimità con la moglie di uno dei fedeli. E nel paese è caccia all'identità del prete fedifrago.
L'episodio. La dinamica è da "pochade": "lui" rientra a casa prima del previsto e trova "lei" a letto con un altro. L'altro è un prete, elemento anche questo nè nuovo nè originale. Anzi, un intellettuale, perchè il sacerdote colto in "flagranza amorosa" è docente di Sacre Scritture a Padova, alla Facoltà teologica dell'Italia Settentrionale. Il marito è sconvolto - e fin qui tutto normale" - si sfoga con il cognato e insieme vanno dal vescovo a chiedere giustizia.
E' qui che cominciano le curiosità. Innanzitutto, la Curia impedisce all'uomo di vedere il vescovo e chiama la polizia, perchè "l'uomo era parso troppo agitato". Eccesso di precauzione, forse, ma vista l'età del prelato ci può stare. "Curiosa", invece, la valutazione del vescovo sull'accaduto.
Ammonisce "l'autorità morale" intervenendo sul giornale diocesano, 'La Nuova Scintilla': "non giudicare per non essere giudicati". E non dimentichiamo che "D'altra parte, pur essendo grande la responsabilità di un sacerdote che dovrebbe essere sempre per gli altri esempio e guida - rileva tra l'altro il Vescovo - non dobbiamo dimenticare che, a fronte di molti che per fortuna sostengono il prete, non mancano persone che direttamente o indirettamente, lo spingono a mancare." Insomma, lei l'ha provocato. Ma rassicura: "Se la debolezza ci accomuna - conclude - siamo certi però che c'è per tutti anche la misericordia e quindi il perdono di Dio".
Piena assoluzione per la scappatella, dunque, o un segnale di "modernità"? L'aut-aut spacca i chioggesi, che sono scatenati. Perchè da lunedi è caccia al prete. C'è chi dice che "queste cose sono sempre successe e continueranno a succedere", chi si indigna perchè non "lo avrebbe mai creduto", chi indulge di fronte alle debolezze umane perchè e chi va al bar a giocarsi al lotto le età dei tre protagonisti. Ma lui non si è più visto: "è fuori Chioggia", fanno sapere dalle segreterie della Curia.
(Repubblica, 20 settembre 2008)

venerdì 19 settembre 2008

Vorrei solo lavorare lavorare lavorare (x4)

LAVORO E GIOVANI: POCA FIDUCIA NEL GOVERNO

Risposte alla domanda: “Quanta fiducia ha che l’azione delle attuali forze di governo influisca positivamente sui suoi orizzonti di vita, con riferimento al tipo di lavoro desiderato?”
Livello fiducia Risposte
%
1.Nessuna fiducia 36,7%
2. 11,3%
3. 9,2%
4. 8,5%
5. 9,9%
6 11,2%
7. 4,2%
8. 5,1%
9. 1,2%
10. Massima fiducia 2,7%
FONTE: CONFCOMMERCIO, settembre 2008

Minima fiducia (1+2+3+4): 65,7%
Media fiducia (5+6+7): 25.3%
Massima fiducia (8+9+10): 9,0%

sabato 6 settembre 2008

Ikea, Ikea, Ikea mon amour! Quanto mi manchi

Gli asili sono ancora chiusi, bambini parcheggiati all'Ikea
TORINO
Le scuole materne sono ancora chiuse e le mamme di bimbi di età fra i 3 e i 6 anni si mettono in coda davanti al Paradiso dei bambini dell’Ikea che, al momento, può ospitare "solo" 20 bambini per volta.
I piccoli si disperano per la lunga attesa, ma alla fine ce la fanno a trascorrere qualche ora di divertimento gratuito tra tuffi nel mare di palline, disegni da fare con maestre e amici. Succede all’Ikea di Torino per la gioia delle mamme, che non sanno dove portare i pargoli, la soddisfazione dei vertici del grande gruppo svedese e lo sconcerto delle ragazze addette al servizio bimbi.
Le scuole materne statali (55 a Torino per 5.000 bimbi) apriranno il 15 settembre, mentre quelle comunali (84 per 8.000) apriranno l’8, una settimana prima per decisione del Comune. Altri 5.000 bambini, ospitati negli asili privati e religiosi, entreranno scaglionati dalla prossima settimana. «In questo periodo - spiega Marcella, una delle addette al paradiso dei bambini - abbiamo fino a 150 bambini al giorno, rispetto a una media di 40-50.
Il problema è quando arrivano dei bambini difficili, allora diminuiamo le entrate per prestare più attenzione. Le mamme non nascondono di fare riferimento a noi perchè gli asili sono chiusi». «Siamo contenti di offrire questo servizio - afferma Adriano Guasti, dirigente dell’Ikea di Torino - e lo saremo ancora più da marzo quando apriremo il nuovo centro di Collegno che avrà uno spazio per i bambini molto più grande, in grado di ospitarne 60 per volta, sarà un bosco con elfi e molte attrazioni. Torino per noi è una delle migliori piazze italiane, il fatturato 2007 ha superato gli 87 milioni di euro».

venerdì 5 settembre 2008

La lettera di accompagnamento che val ben un'accompagnatoria

Impariamo dagli strafalcioni altrui... (da www.monster.it)
A SCOPPIO RITARDATO
Circa un mese e mezzo fa cercavate una segretaria di Direzione.
BEH?
Oggetto: posizione di autista di direzione
Avendo lavorato come archivista dove erano richiesti diligenza, ordine e
grande pignoleria…
FIDUCIOSO
Da molto tempo aspettavo questa opportunità, mi auguro che ne teniate conto.
ESAGERATO
Spettabile agenzia di somministrazione del lavoro, di selezione del
personale e di outplacement, allego alla presente la mia storia
professionale…
DA TENERE IN EVIDENZA COME HOSTESS
Con la crisi dell’aviaria, se non passa, mi hanno messo a lavorare a
part-air.
LO SPIRITOSONE
Gentilissimo,
il ruolo da voi offerto (anche se tengo a rimanere celibe) si sposa
perfettamente con le mie aspirazioni.
PRESUNTUOSO
Spettabile ditta,
“carpe diem” questo vale per me ma potrebbe valere anche per voi se
condividete i contenuti del mio curriculum vitae.
L’OCCASIONE FA L’UOMO QUADRO
Premetto che sono prossimo al quadro e non vorrei perdere l’occasione.
QUALE, SE E’ AL PRIMO IMPIEGO!?!
L’unica motivazione che mi ha spinto a rispondere alla vostra inserzione è
il mio desiderio di poter incrementare la mia esperienza professionale.
SPUNTI DI VISTA
Egregi Signori,
una breve nota in aggiunta al mio curriculum vitae. Sin dalla tenera età ho sempre pensato di fare l’avvocato e ora dopo cinque anni sono riuscita a spuntare la posizione di assistente, ora vorrei un’ esperienza come giurista d’impresa anche se non ho il titolo, ma dopo tutto l’esperienza è quella che conta di più.
SILLOGISMO
Premetto la privacy sui miei dati che sono riservati in quanto una volta non
è stata rispettata da parte di una azienda che ha chiesto mie referenze dove
lavoravo che poi, per fortuna, non gliele hanno date per la privacy.
MEMENTO AUDERE SEMPER
Anche se non ho i requisiti da voi richiesti, io ci provo.
IL KILLER
Non sono al primo impiego perché appena laureato ho fatto uno strage.
DELLA DIMESTICANZA HAI CAPITO “L’IMPORTANZA”
Dato che richiedete una buona conoscenza del PC, vi preciso che dopo essere
stata una saltuaria navigatrice di Internet ho poi imparato a chattare e ora
posso dire di avere acquisito una buona dimesticanza.
IL MARINAIO
Non so più in che barca menarmi.
IL LEGHISTA
Non vorrei apparire invadente anche se è la terza lettera che vi inoltro, ma
mi hanno insegnato che chi “l’ha duro la vince”.
COME SBARCARE IL BANCARIO
Conscio che il vostro patrimonio è nella vostra Bancadati e visto che per
coerenza sono un Bancario che vuol cambiare Banca con una Banca migliore,
gradirei quindi approdare per il momento almeno nella vostra.
IL SEMINARISTA
Scrivere un curriculum vitae sembra facile e per me questa è la prima
volta, ma dato che nella vita ho fatto di tutto non mi basterebbero 10
pagine, per cui cercherò quindi di scrivere un breviario.
BRAVO LI’ CE N’E’ ANCORA MENO
Sono Koreano e vivo in Italia con mia moglie che è greca, ma in Italia non c’è più lavoro, per cui vorrei spostarmi possibilmente in Germania.
MAI METTERE LA MANO SUL FUOCO
Trovare lavoro è come sposare un uomo e questo comporta la fedeltà e su
questa con me potete starne certi.


Grazie. Questo stupidario mi ha strappato un sorriso...
Il mio cervello è in cortocircuito e i pensieri con lui. Il corpo chiama immobilismo, la serenità e la sicurezza di quattro mura diventate domestiche. La noia ghigna, nascosta in ogni piega, visibile ogni momento, come un respiro ossessivo che chiama.
Non mi riconosco in questa apatia. Il tempo corre a due velocità completamente diverse: corre e al contempo rallenta, dilatandosi a dismisura. Sento nostalgia di cose che forse nemmeno rivorrei, orpelli e passatempi per occupare il tempo, per darmi l'illusione di esserci. Mi invento modelli vincenti, trovo in altri (finti) percorsi di eccellenza che ho scelto di non vivere. Mi sorprendo della mia inanità, delle mie scelte sbagliate. Non so dare ad altri che a me la colpa. Eppure ho fatto un percorso coerente, eppure... Le sento parole nell'aria, piombo tra i pensieri e boccheggio. Non trovo più piacere nelle cose che faccio. Non riesco più a parlarmi con onestà, troppo costretta a recitare un ruolo pubblico, a mediare pensieri e parole per la civile convivenza. Chi sono? Non riesco più a "sporcarmi" le mani, a progettare cose, a divertirmi con me. E ho paura. Del vuoto.


Cancro (21 giugno - 22 luglio)
Non sei la persona più diretta del mondo. E neanche la più concisa. Certe volte giri troppo intorno alle cose e prendi la strada più lunga per arrivare alla verità. Ma allora perché sembri esserti trasformato in un modello di precisione comunicativa? A cosa dobbiamo la tua nuova efficienza, la tua sinteticità e la tua volontà di esprimerti con esattezza? Forse dipende dall'allineamento dei pianeti. O forse veramente non vuoi essere frainteso.

giovedì 4 settembre 2008



Si chiama PetsCell ed è il telefonino cellulare per animali domestici ideato da On4 Communications. Dotato di altoparlante per far sentire la voce del padrone e di modulo A-GPS integrato per la ricerca dell'animale, sarà introdotto nei mercati entro la fine del mese corrente.

mercoledì 3 settembre 2008

Una schifosa bestia umana

1/9/2008 - LA STAMPA
TRAGEDIA
Costrinse la figlia a pugnalare il gatto, condannato a 18 mesi
L'uomo ha armato la mano della bimba di 7 anni, guidandola verso l'animale
MUNCIE (Usa)
Diciotto mesi di carcere. E il divieto, in futuro, di accudire animali. È la condanna inflitta da un giudice dello Stato americano dell’Indiana a un uomo di 39 anni, Danield J. Collins, che ha obbligato la figlia di 7 anni a uccidere Boots, il gatto di famiglia.
«Sono molto dispiaciuto per quello che ho fatto - ha dichiarato in aula l’uomo - e la responsabilità di quello che è avvenuto è solo mia». La bambina e il fratello di 11 anni, la cui custodia è affidata ai nonni, erano andati a trovare il padre. Arrivati a casa, hanno raccontato alla polizia, avevano notato subito che il padre era ubriaco. E in quelle condizioni, «papà diventa un’altra persona».
Dopo aver chiesto - inutilmente - ai due figli di uccidere l’animale, l’uomo ha armato la mano della figlia con un coltello e l’ha guidata verso il povero Boots, pugnalato a morte.
Collins («Volevo insegnare ai mei figli a uccidere» si è giustificato in un primo momento) ha poi colpito a sua volta il gatto, prima di strangolarlo, sotto gli occhi dei bambini. Infine, ha chiesto al figlio di buttare Boots nella spazzatura.

domenica 31 agosto 2008

Poligamia in eccesso

Nigeria: islamico 87enne divorzia da 82 mogli

LAGOS (Nigeria) - Un nigeriano di 87 anni ha divorziato da 82 delle sue 86 mogli per mettersi in regola con la legge islamica, secondo la quale il massimo di mogli consentito e' quattro. Lo ha riferito oggi l'agenzia locale Nan. Mohammadu Bello Masaba, abitante di Nupeland, nello stato centrale del Niger, ''ha accettato sabato sera di rimanere 'solo' con quattro mogli per adeguarsi al santo Corano'', ha scritto l'agenzia. (Agr. Corriere della sera, 31 agosto 08)

martedì 26 agosto 2008

lunedì 25 agosto 2008

Io odiooo la tecnologia!!

Avete presente il mitico puffo Quatrocchi???
Non lo so in realtà che cosa c'entra...
Sto male...
A fianco a me un cd sta formattando il mio amato pc e io soffro.... anche se ho il backup dei dati...
Tra poco potrei avere una crisi isterica...
Ero in palla chiamando l'assistenza. "le do il numero di pratica: 199..." Cazzo, le stavo dando il loro numero di telefono... La tipa se n'è accorta - in verità anch'io - e pazienza e sorridente ha detto "E' lunedì per tutti!!" Che figura del cazzo...
I miei neuroni si stanno eclissando assieme alla percentuale di cancellazione del mio pc... 11%...
Il numero lampeggia minaccioso... Il caricamento della fine è lento... e chi se ne frega se sarà un nuovo inizio... Adesso è solo dolore...
La notte è passata insonne... Certo non posso imputare tutto a questa seccatura... In fondo se non avessi dormito per l'ansia magari ora dovrei essere più serena...
Voglio fare un pò di congetture... così, a caso, tanto per passare il tempo... per tenere occupata la testa lontano dai problemi veri... che magari si annoiano e se ne vanno...
Sono seduta vicino alla finestra, con la finestra aperta... Non è la mia solita postazione. Fuori non si sente odore di estate al calare ma uno strano odore di erba bruciata, che però non assomiglia affatto a quella tagliata dai vicini stamattina.
Il postino è appena uscito dal mio condominio e potrei scendere nel tentativo di scoprire cos'è questo profumino o forse potrei restare qui un pò in paranoia sperando che i fumi facciano il loro corso...

sabato 23 agosto 2008

BALLATA DI CHI NON VUOLE FARE L'AMORE ALL'OSCURO Chely Lima

In questa ora di letto e silenzio
cosa siamo se non bambini
con la favolosa miseria
di non avere più vita che la vita
propria
di bambini dipendenti dal loro sesso.

Accendo la luce diretta al cielo
per vedere i colori della tua carne.
Accendo la luce
apriti in modo di
essere frutta spaccata e ripartita.
A Travale c'era un prete che sapeva parlare proprio bene. Ti ci incantava. E le vecchie, in chiesa, lo ascoltavano a bocca aperta. Dice che una sera, di venerdì santo, s'era accalorato così tanto nel raccontare delle sofferenze e della morte di Cristo, che tutte le donnine che erano in chiesa si erano messe a piangere. Dice che quando se n'accorse, non sapendo come fare a farle smettere gli disse 'Oh, donne, via, che piangete a fare: son cose tanto vecchie e poi non son mica vere!'

http://sienadgt.blogspot.com/2007_07_01_archive.html
http://books.google.it/books?id=faF5gweL_xEC&pg=PA23&lpg=PA23&dq=il+prete+di+travale&source=web&ots=_gIakOoV3H&sig=pKbmGwyOzqDOZX82OQiv4KJrg28&hl=it&sa=X&oi=book_result&resnum=4&ct=result

E i miei volevano che mi facessi suora....

Roma | 23 agosto 2008
Teologo lancia su internet un concorso per incoronare la suora piu' bella d'Italia
"Concorso Sister Italia 2008. La suora piu' bella d'Italia"

Un concorso su internet per incoronare la suora piu' bella d'Italia. E' l'idea lanciata del teologo campano Antonio Rungi, religioso passionista, vulcanico creatore di "moderne" iniziative religiose, ultima delle quali la recita del rosario con i bagnanti, su una spiaggia, con due cabine trasformate in sacrestia.
Padre Rungi ha gia' un nome per il "suo" concorso, non a caso lanciato in coincidenza con quello di Miss Italia: "Concorso Sister Italia 2008. La suora piu' bella d'Italia".
Le interessate possono scrivere e mandare la propria foto all'indirizzo di posta elettronica del religioso, antonio.rungi@tin.it. Padre Rungi pubblichera' su un apposito sito internet "il volto delle suore, previa autorizzazione delle interessate, al fine di avviare un concorso on-line. Non dovranno sfilare su passerelle, ne' in abiti civili o religiosi, ma semplicemente inviare le foto piu' belle ed espressive che possono significare e dire qualcosa, sia su un piano estetico che spirituale". A incoronare la "Sister Italia" sara' il
popolo del web.
Padre Rungi non si ferma qui: "Sarebbe interessante allestire un vero concorso negli anni futuri con relativi premi da destinare a beneficenza per
iniziative umanitarie degli istituti cui appartengono le suore concorrenti.
Non escluderei l'ipotesi di far partecipare anche a Miss Italia, in una sezione a latere, delle suore, molte delle quali sono davvero belle, intelligenti, preparate, colte, con un fascino spirituale ed umano che cattura l'interesse dei giovani e dei grandi".
Perche', sostiene il religioso, "non sfatare il pregiudizio che a farsi suore siano solo ragazze non belle o non avvenenti? Perche' non mostrare nel rispetto del pudore, della vita di consacrazione al Signore, anche i volti belli dei monasteri e dei conventi? Viviamo in un tempo in cui la visibilita' e'
importante per far conoscere il proprio istituto e il carisma di una fondazione religiosa. Una visibilita' espressa in parte con i vari siti internet che sono associati nella lista dei siti cattolici, ma che richiede di osare di piu' per rendere appetibile alle nuove generazioni di giovani cristiani anche la
vita consacrata tra le donne".
Insomma, le suore "possono dare molto su un piano umano, formativo, spirituale ai giovani e alle giovani di oggi se oltre a curarsi spiritualmente, si curano anche corporalmente, presentandosi nella loro bellezza, quando c'e', con il loro fascino che deve portare a Dio e all'apprezzamento dei beni superiori. Una suora santa, intelligente, ma anche bella puo' fare molto su un piano di evangelizzazione e di pastorale giovanile. Percio' vengano fuori e si rendano visbili le suore che possono legittimamente aspirare al titolo di Sister Italia 2008". Eta' richiesta: 18-40 anni. Stato religioso: novizia o professa.



(purtroppo il concorso è stato annullato per troppa confusione e nonostante le tante adesioni...
ANSA) - NAPOLI, 25 AGO - ''Credo che ci sia stata solo una grande confusione''. Padre Antonio Rungi si dice sconcertato per le reazioni sulla sua iniziativa. Il teologo passionista continua:''Chi ha capito male forse non e' in buona fede. Il concorso per la suora piu' bella aveva l'unico scopo di far raccontare sul web la vita nei conventi, di far raccontare la vita piu' bella delle religiose. Tutto qui''. Padre Antonio Rungi sabato aveva lanciato il concorso su internet

venerdì 22 agosto 2008

Trisomia21 - Elisa Amistadi

Ha orecchie di corteccia
ed una lingua di luna gonfia
con queste ascolta gli alberi e parla
con parole di luce fresca
Dice cose piccole
mai scontate
a labbra screpolate
ciò che gli piace lo tocca, lo sporca, lo assaggia

Ma che bel modo di vivere a mani aperte
con il tempo scordato
fatto di maglioni di lana
e sabbia in cui affondarsi
fatto di pioggia leggera
e nuvole a cui aggrapparsi

Pensare ad una giornata obliqua, discosta
Pensare ad una giornata obliqua, discosta

Ciò in cui credo di James G. Ballard

Credo nel potere che ha l’immaginazione di plasmare il mondo, di liberare la verità dentro di noi, di cacciare la notte, di trascendere la morte, di incantare le autostrade, di propiziarci gli uccelli, di assicurarsi la fiducia dei folli.
Credo nelle mie ossessioni, nella bellezza degli scontri d’auto, nella pace delle foreste sommerse, negli orgasmi delle spiagge deserte, nell’eleganza dei cimiteri di automobili, nel mistero dei parcheggi multipiano, nella poesia degli hotel abbandonati.
Credo nelle rampe in disuso di Wake Island, che puntano verso il Pacifico della nostra immaginazione.
Credo nel fascino misterioso di Margaret Thatcher, nella curva delle sue narici e nella lucentezza del suo labbro inferiore; nella malinconia dei coscritti argentini feriti; nei sorrisi tormentati del personale delle stazioni di rifornimento; nel mio sogno che Margaret Thatcher sia accarezzata da un giovane soldato argentino in un motel dimenticato, sorvegliato da un benzinaio tubercolotico.
Credo nella bellezza di tutte le donne, nella perfidia della loro immaginazione che mi sfiora il cuore; nell’unione dei loro corpi disillusi con le illusorie sbarre cromate dei banconi dei supermarket; nella loro calda tolleranza per le mie perversioni.
Credo nella morte del domani, nell’esaurirsi del tempo, nella nostra ricerca di un tempo nuovo, nei sorrisi di cameriere di autostrada e negli occhi stanchi dei controllori di volo in aeroporti fuori stagione.
Credo negli organi genitali degli uomini e delle donne importanti, nelle posture di Ronald Reagan, di Margaret Thatcher e della principessa Diana, negli odori dolciastri emessi dalle loro labbra mentre fissano le telecamere di tutto il mondo.
Credo nella pazzia, nella verità dell’inesplicabile, nel buon senso delle pietre, nella follia dei fiori, nel morbo conservato per la razza umana dagli astronauti di Apollo.
Credo nel nulla.
Credo in Max Ernst, Delvaux, Dalì, Tiziano, Goya, Leonardo, Vermeer, De Chirico, Magritte, Redon, Dürer, Tanguy, Facteur Cheval, torri di Watts, Böcklin, Francis Bacon, e in tutti gli artisti invisibili rinchiusi nei manicomi del pianeta.
Credo nell’impossibilità dell’esistenza, nell’umorismo delle montagne, nell’assurdità dell’elettromagnetismo, nella farsa della geometria, nella crudeltà dell’aritmetica, negli intenti omicidi della logica.
Credo nelle donne adolescenti, nel potere di corruzione della postura delle loro gambe, nella purezza dei loro corpi scompigliati, nelle tracce delle loro pudenda lasciate nei bagni di motel malandati.
Credo nei voli, nell’eleganza dell’ala e nella bellezza di ogni cosa che abbia mai volato, nella pietra lanciata da un bambino che porta via con sé la saggezza di statisti e ostetriche.
Credo nella gentilezza del bisturi, nella geometria senza limiti dello schermo cinematografico, nell’universo nascosto nei supermarket, nella solitudine del sole, nella loquacità dei pianeti, nella nostra ripetitività, nell’inesistenza dell’universo e nella noia dell’atomo.
Credo nella luce emessa dai televisori nelle vetrine dei grandi magazzini, nell’intuito messianico delle griglie del radiatore delle automobili esposte, nell’eleganza delle macchie d’olio sulle gondole dei 747 parcheggiati sulle piste catramate dell’aeroporto.
Credo nella non esistenza del passato, nella morte del futuro, e nelle infinite possibilità del presente.
Credo nello sconvolgimento dei sensi: in Rimbaud, William Burroughs, Huysmans, Genet, Celine, Swift, Defoe, Carroll, Coleridge, Kafka.
Credo nei progettisti delle piramidi, dell’Empire State Building, del Fürerbunker di Berlino, delle rampe di lancio di Wake Island.
Credo negli odori corporei della principessa Diana.
Credo nei prossimi cinque minuti.
Credo nella storia dei miei piedi.
Credo nell’emicrania, nella noia dei pomeriggi, nella paura dei calendari, nella perfidia degli orologi.
Credo nell’ansia, nella psicosi, nella disperazione.
Credo nelle perversioni, nelle infatuazioni per alberi, principesse, primi ministri, stazioni di rifornimento in disuso (più belle del Taj Mahal), nuvole e uccelli.
Credo nella morte delle emozioni e nel trionfo dell’immaginazione.
Credo in Tokyo, Benidorm, La Grande Motte, Wake Island, Eniwetok, Dealey Plaza.
Credo nell’alcolismo, nelle malattie veneree, nella febbre e nell’esaurimento.
Credo nel dolore.
Credo nella disperazione.
Credo in tutti i bambini.
Credo nelle mappe, nei diagrammi, nei codici, negli scacchi, nei puzzle, negli orari aerei, nelle segnalazioni d’aeroporto.
Credo a tutti i pretesti.
Credo a tutte le ragioni.
Credo a tutte le allucinazioni.
Credo a tutta la rabbia.
Credo a tutte le mitologie, ricordi, bugie, fantasie, evasioni.
Credo nel mistero e nella malinconia di una mano, nella gentilezza degli alberi, nella saggezza della luce.
(Da J.G. Ballard, RE SEARCH ed. italiana, ShaKe edizioni underground)

giovedì 21 agosto 2008

mercoledì 20 agosto 2008

I nuovi estremismi

CRONACA
Parla il sedicenne che i giudici hanno affidato al padre anche con motivazioni politiche
"Ho fatto il drug test, ma per lui era falso e ha continuato a dire che mi drogo"
Tolto alla madre perché comunista
"Papà vuol fare guerra a mamma"
Bertinotti: "Ho inviato un telegramma di solidarietà e vicinanza alla madre del ragazzo"
Diliberto: "Ci vogliono fuorilegge?". L'avvocato della donna: "Montato un caso sul nulla"
Tolto alla madre perché comunista "Papà vuol fare guerra a mamma"
CATANIA - "Mio padre ha preso spunto dalla mia tessera di giovane comunista per sostenere che mia madre non è in grado di badare a me, perché i comunisti sono persone che portano i figli su una brutta strada". Rompe il silenzio e difende la madre, il sedicenne che i giudici di Catania hanno affidato al padre con un provvedimento che nelle motivazioni cita l'iscrizione del minore al circolo Tienanmen dei Giovani comunisti. E sulla vicenda fanno sentire la loro voce anche l'ex presidente della Camera Fausto Bertinotti e il segretario del Pdci Oliviero Diliberto.
Il ragazzo, che stamattina ha tagliato i lunghi capelli, ha rivelato alcuni particolari della sua storia. "Dovrei stare con mio padre, ma dopo un'aggressione che ho subito, ho deciso di andare da mia madre", afferma, e del genitore dice: "Lui non fa altro che associare i comunisti, detto in tono dispregiativo, sempre con droga, spinelli, alcol, insomma una vita sbandata, sregolata, da non seguire, mentre invece io mi trovo bene con il mio gruppo. Le nostre idee da quando io sono cresciuto sono cambiate: io frequento un liceo che ha idee di sinistra invece lui detesta i comunisti".
Alla domanda se avesse fatto mai uso di droga, il sedicenne rivela: "A seguito di queste continue insinuazioni mia madre mi ha portato in un centro medico dove sono stato sottoposto al drug test. Ho fatto il test per dimostrare che non facevo uso di droghe. Con il risultato davanti, mio padre ha continuato a dire che io mi drogo e che il test era stato falsificato. Questo purtroppo è un punto fermo sul quale lui crede di potersi appoggiare per vincere a modo suo questa guerra".
Il sedicenne per ora è molto impegnato: "Adesso sto studiando - dice - perché devo recuperare i debiti formativi. Sino ad ora sono stato al mare mi sono abbastanza divertito negli spiragli di tempo che ho trascorso al di fuori da questa brutta storia".
La notizia, come è ovvio, ha destato sgomento e preoccupazione tra gli esponenti della sinistra comunista. "Ho deciso di inviare un telegramma di solidarietà e vicinanza alla madre del ragazzo", ha detto l'ex presidente della Camera Fausto Bertinotti.
"I comunisti sono un'organizzazione estremista solo perché fuori dal Parlamento? Ci vogliono fuori legge?", si chiede il segretario del Pdci, Oliviero Diliberto. "Appartenere a un partito comunista - aggiunge - è motivo così disdicevole per un ragazzo tanto da accusare la madre e non fargli avere l'affidamento del figlio?". Diliberto chiede al ministro delle Politiche giovanili Giorgia Meloni e a quello delle politiche sociali Maurizio Sacconi "se credano possa essere consentito a un servizio sociale dello Stato sindacare sulle idee politiche di un giovane e farne oggetto di valutazione".
Cerca invece di smorzare i toni della polemica l'avvocato Mario Giarrusso, legale della madre: "Non capiamo i motivi che hanno spinto il tribunale a prendere questa decisione - dice l'avvocato - Il ragazzo non si droga, non ha commesso reati. La cosa che ci ha colpiti è che viene citato come appartenente a un gruppo estremista". "Secondo noi - conclude - è stato montato un caso sul nulla".
(Repubblica, 20 agosto 2008)

lunedì 18 agosto 2008

Ingerenza

17/8/2008 (17:33) - SANGUE SULLE STRADE
Appello del Pontefice alla sicurezza. Padre Antonio Rungi stila un manuale con le regole per guidare con prudenza
CASTEL GANDOLFO
Dopo gli incidenti degli ultimi giorni anche il Vaticano lancia un appello per la sicurezza sulle strade. (...) Accogliendo l’appello di Benedetto XVI, il teologo padre Antonio Rungi ha fissato in «dieci regole di comportamento morale il modo di agire di un automobilista saggio e prudente»:

1) Nella guida sii attento e vigilante, evitando di utilizzare strumentazione di ogni tipo, quale cellulare, dvd, tom-tom, tv ed altro che ti deconcentrano dalla guida e dalla responsabilità che hai verso te stesso e verso gli altri.
2) Non far uso di alcuna sostanza o bevanda che possa alterare il tuo normale stato fisico e psichico, per dare sicurezza a te e agli altri nei tuoi viaggi.
3) Evita ogni tentazione di andare veloce su strade principali e secondarie, perchè le cause frequenti di incidenti con morti e feriti gravi sono da attribuire proprio l’alta velocità.
4) Osserva il codice della strada nei minimi particolari, soprattutto nei centri abitati o nelle zone di maggiore traffico.
5) Proteggi i bambini e i passeggeri che sono sul tuo autoveicolo con tutti i sistemi di sicurezza della tecnologia moderna. Investire in sicurezza premia sempre.
6) Non metterti in viaggio se sei stano, nervoso ed agitato o sottopressione per motivi di stress di ogni genere o se c’è l’urgenza di arrivare nei luoghi dove devi andare.
7) Scegli di viaggiare in condizioni meteorologiche più adatte, soprattutto se si tratta di lunghi e faticanti viaggi.
8) Non gareggiare con altri sulle strade, soprattutto se hai macchine ed auto potenti, pensando che ti trovi su un circuito automobilistico e puoi correre senza rispettare regole.
9) Non rispondere a provocazioni mentre sei sulla strada e guida la tua auto con tranquillità e serenità, non dando importanza agli esibizionisti della strada.
10) In caso di incidente fermati subito e soccorri quanti hanno bisogno di aiuto. Non essere vigliacco, soprattutto se sei stato tu a causare il danno.

«A queste regole civili aggiungerei- afferma padre Rungi- anche un costante pensiero rivolto a Dio con la preghiera per chi crede e farei dei miei viaggi un tempo di preghiera e di serena riflessione sulla parola di Dio, soprattutto se in macchina ci sono viaggiatori che credono e pregano. Ogni viaggio per me -conclude il teologo- dovrebbe essere un breve o lungo pellegrinaggio, anche quando si va a fare compere e spese per le proprie ed altrui necessità e non solo quando si va in vacanza, ma soprattutto nella vita ordinaria e quotidiana».

domenica 17 agosto 2008

Non liberi di... SPECIALE OLIMPIADI


E non bastavano le sofisticazioni alimentari in tempi non sospetti e poi i fuochi d'artificio ritoccati, la mini speaker telegenica...
A me adesso questo... rasente la violazione dei diritti dell'uomo... o forse no?

Dietro le quinte della cerimonia
Militari con il pannolino durante la cerimonia d'inaugurazione
Molti soldati, scritturati come comparse, hanno dovuto attendere ore prima di andare in bagno
PECHINO – Poveri militari, parliamo di quelli che sono stati scritturati come comparse per la cerimonia inaugurale. Noi abbiamo visto uno spettacolo bellissimo ma dietro le quinte ci sono storie di fatiche e di sacrifici. Un esempio? Gli “attori”, molti dei quali soldati dell’Esercito di Liberazione, sono stati costretti a presentarsi con quattro cinque ore d’anticipo sull’orario di apertura. Si è posto un problema: che fare nel caso di improrogabile bisogno di bagno? Alla domanda ha risposto candidamente Han Lixun, degli sceneggiatori: tutti, sotto i costumi, indossavano un pannolino da neonati. Stoici.
Fabio Cavalera
17 agosto 2008

giovedì 14 agosto 2008

Imprevisti...

2008-08-14 13:49
CINA: SI MASTURBAVA NEL PARCO, RESTA INCASTRATO IN PANCHINA
HONG KONG - Un uomo di Kong Kong, descritto come "solitario e disturbato" si è visto costretto a chiamare la polizia per liberare il suo pene rimasto incastrato in una panca d'acciaio traforata in un parco pubblico.
Lo riferisce il quotidiano locale Apple Daily. Le Xing, di 42 anni, si stava masturbando nel cuore della notte nel parco LanTian, utilizzando uno dei fori di una panca quando il suo pene vi è rimasto incastrato. In preda al panico ha chiamato la polizia, accorsa con alcuni medici.
Dopo vari tentativi di soccorrerlo sul posto, i medici sono stati costretti a portare all'ospedale l'uomo con tutta la panca, lunga due metri e mezzo. Alla fine dell'intervento, durato in tutto quattro ore, i medici hanno dichiarato che se fosse rimasto incastrato per un'altra ora, avrebbero dovuto amputargli il pene.

Non condannate la masturbazione. È fare del sesso con qualcuno che stimate veramente! (Woody Allen)

giovedì 24 luglio 2008

LA COERENZA è SERVITA

Doppia versione (televisiva e cinematografica) del kolossal rai sui comuni lombardi
Barbarossa: il film «leghista»
Le imprese di Alberto da Giussano «Comparse rom, costano poco»
DAL NOSTRO INVIATO
BUCAREST — Vessilli bianchi segnati da una lunga croce rossa sventolano sulla facciata del palazzo dell'antico Comune annunciando la riscossa. Alberto da Giussano avanza fiero, spadone alla cinta, giustacuore di pelle, i ricci neri stretti da una fascia. Da lì a poco la grande battaglia. Lui a capo della Compagnia della Morte, 900 giovani pronti a sacrificarsi per difendere quel Carroccio simbolo dell'unione tra i comuni lombardi contro Federico Barbarossa. Ma stavolta, a salire su quei carri e annientare a colpi di falce lo straniero invasore, ci sono dei romeni. Anche dei rom.
Promossi sul campo, anzi sul set, a eroici «lumbard» senza macchia nè impronte digitali. Con buona pace di Bossi. Capita che il cinema si faccia beffe della storia ribaltando fisime e tabù anche quando meno lo si vorrebbe. Certo non era questa l'intenzione di Renzo Martinelli, regista amico del Senatur, in questi giorni alle prese con Barbarossa, kolossal fanta-storico da 30 milioni di dollari coprodotto da Rai Fiction e Rai Cinema, cast internazionale, da Rutger Hauer (l'imperatore germanico) a Raz Degan (Alberto da Giussano), da Kasia Smutniak a Cecile Cassel, da Angela Molina a Murray Abraham. Un epic-movie dalla doppia vita (una versione per il grande schermo, un'altra per la tv) fortemente sostenuto dalla Lega di oggi, in cerca di un passato da mitizzare. Ricostruito però, per ragioni tecnico-contabili, anziché nella gloriosa terra di Legnano nella «sospetta» Romania. Dove la campagna ancora intatta consente di evocare credibilmente scenari del XII secolo, dove ottimi studios offrono a ottimi prezzi artigiani e comparse di qualità. Maestranze capaci di cucire in poche settimane un migliaio di costumi (disegnati con cura maniacale da Massimo Cantini Parrini), di edificare pietra su pietra (anche se di polistirolo) quella che poteva essere la Milano del 1158, con le mura difese da grandi torri, le piazze circondate da case basse, banchetti con esposti vasi e stoffe, la bottega del maniscalco, la chiesa di mattoni la cui facciata, spiega la scenografa Rossella Guarna, ricalca quella romanico-lombarda di San Pietro in Ciel d'Oro di Pavia. Una vera città, destinata a crescere e dilatarsi in post produzione grazie alle magie del digitale. «Sei mesi e 2 milioni di euro per costruirla», svela Martinelli. Soldi ben spesi. «Qui dentro girerò anche il mio prossimo film, sull'alluvione di Firenze. Quel che costa è la struttura di legno, che verrà conservata e adattata ai nuovi fondali».
E come per presagio ecco che vien giù un acquazzone che trasforma in pochi minuti strade e piazze di terra battuta in gigantesche pozzanghere. Ma non ferma il set. In Romania non accade mai. «Sì, forse è paradossale girare qui una storia del genere, ma in Italia i costi sarebbero almeno triplicati», assicura il regista, che i conti li sa fare visto che è anche produttore dei suoi film e «totalmente contrario al cinema assistito». «Qui posso permettermi una troupe di 130 persone, solo 15 gli italiani, i capisquadra. Qui ho a disposizione migliaia di comparse, cavalli e stuntman a bizzeffe. Un macchinista in Italia costa 1500 euro al giorno, qui 300. Da noi dopo nove ore scatta lo straordinario, qui non esistono limiti d'orario. Per la manovalanza si usa lo "zingarume rumeno" a 400, 500 euro la settimana». Espressioni degne di Borghezio. Del resto Martinelli non è uno da mezze misure. L'idea delle impronte digitali non gli dispiace: «Vorrei sapere chi viene in casa mia», anche se ammette: «In Romania ho incontrato tanta gente perbene, purtroppo in Italia arriva solo la feccia». Prudente e avveduto, Raz Degan evita di farsi fotografare sotto le bandiere scudocrociate, ma presta volentieri il suo bel volto e il suo collaudato talento (Centochiodi di Olmi ha segnato la svolta) al leggendario condottiero da Giussano. «Alberto forse non è mai esistito. Questo lo rende anche più stimolante, mi permette di lavorare di fantasia e poesia», sostiene. Un lavoro di costruzione del personaggio lungo e complesso. «Ho iniziato a evocarlo mesi fa, nel mio trullo di Cisternino, solo con il mio cane e il mio cavallo. Una realtà arcaica, primordiale, di fuoco, cibo, animali. Poi ho trasformato il mio corpo, otto chili di muscoli in più, per somigliare al fisico di un guerriero. Quindi dalla pelle sono passato all'anima. Cosa trasforma un ragazzo qualsiasi in un eroe popolare? Una forza che arriva solo quando hai perso tutto: genitori, fratelli, la donna amata. Quando non hai più nulla da perdere, solo allora puoi cominciare a vincere». Per nulla preoccupato di dover finire infilzato da lì a qualche ora dalla lama dell'impetuoso giovanotto da Giussano, Murray Abraham, nel film l'infido siniscalco Barozzi, pregusta divertito la sua fine: «Di questa vostra storia non so quasi niente - confessa -, ma avere a che fare con personaggi di simile statura, anche se per fiction, è comunque un onore in un mondo dove i leader politici mi sembrano tutti molto piccoli e meschini. In questo senso l'arte è un rifugio e un antidoto. E adesso, dopo tanto cinema e teatro, voglio cantare. Ho una discreta voce baritonale, sto studiando il Gianni Schicchi, la mia opera preferita. C'è un teatro italiano che voglia farmi debuttare?»

Giuseppina Manin
24 luglio 2008

lunedì 21 luglio 2008

STO MALE

LA BUROCRAZIA, LE TASSE, LE SPESE, IL NON SAPERE, IL NON SAPERE CHE COSA DEVO SAPERE MI STANNO UCCIDENDO.
STAMATTINA STAVO BENE.
PRIMA DI FARE L'ENNESIMO GIRO PER UFFICI E NON AVERE TUTTA LA DOCUMENTAZIONE. ANCORA PER UNA VOLTA. PRIMA DI NON CAPIRE UN CAZZO. PER L'ENNESIMA VOLTA. PRIMA DI DOVER TORNARE DOPO ESSERE ANDATA ANCORA DA UN'ALTRA PARTE.
LA MIA MIMICA FACCIALE è STRAORDINARIA, I MIEI SILENZI PARLANO DELLA MIA MORTE DENTRO, DELLA MIA INCREDULITà RISPETTO A QUESTI STRAORDINARI MECCANISMI DELLA VITA.
QUANDO MI CHIEDONO SE HO CAPITO CONTINUO A RIPETERE "NO" E NON STO FINGENDO.
ANCORA E ANCORA. MI ERO ILLUSA DI AVER SUPERATO LO SCOGLIO. INVECE LA ROCCIA HA CEDUTO SOTTO I MIEI PIEDI E SONO SOTT'ACQUA. DEVO FARE 1000 COSE, 1000 ALTRE COSE CHE AVEVO PREVENTIVATO E INVECE NIENTE. DEVO FARE QUELLE CHE PENSAVO DI AVERE FATTO O QUASI. LE COSE SEMPLICI DIVENTANO COMPLICATISSIME E QUELLE COMPLICATISSIME RESTANO TALI.
PERDO TEMPO, PERDO IL MIO TEMPO E IL SORRISO. MI INCURVO ALLE PREOCCUPAZIONI E SORRIDO OSSEQUIOSA AL NULLA. AD UN NUOVO ADDETTO.
CERCO DI NON PERDERE LA PAZIENZA MA VORREI URLARE... VOGLIO ESSERE UNA BRAVA CITTADINA. ME LO PERMETTETE?
(FORSE LA GENTE CHE NON PAGA LE TASSE LO FA PERCHè è COMPLICATO, PERCHè SI STUFA PRIMA DI ARRIVARE AL FINISH)
HO 3 POSIZIONI PREVIDENZIALI E NON SONO NEMMENO INCINTA
E CHE CAZZO!!!


devo vestirmi da autista (camicia azzurra e pantalone nero) e sperare che qualcuno voglia fare conversazione.
così magari qualcuno mi spiega come va il mondo... più o meno...

domenica 20 luglio 2008

Giocando col popular

Celata, Piazza Duomo, Trento, 5-17 luglio 2008

Dalle mattinata di sabato 5 luglio fino al 17 luglio Piazza Duomo è stata protagonista dell'installazione dell'artista Anna Scalfi “Celata (sotto la piazza scorre una roggia)”. Sulle lastre di pietra rosa che dal 1867 nascondono l'antica roggia che scorreva lungo la piazza principale della città sono state posizionate 22 lavatrici funzionanti a disposizione degli abitanti dei dintorni o dei passanti.
L'intervento proponeva una provocazione artistica che metteva in contrapposizione il volto noto e la quotidianità di Piazza Duomo, uno spazio pubblico, con oggetti "privati". Il cortocircuito visivo e concettuale suscitava nuove domande d'uso sulla piazza. L'artista la definiva “una operazione di archeologia contemporanea” e “una azione collettiva che si snoda lungo dieci giorni”. Lo spunto archeologico rimanda appunto ad una riflessione sull'innovazione tecnologica e sulla malinconia per un tempo di entusiasmo verso l'emancipazione che è scemato in anni recenti spesso a favore di un altro tipo di malinconia, quella per i tempi andati che si associa alle riscoperta/rievocazione acritica di “antichi valori”.
L'installazione del lavoro si è conclusa con un lavaggio collettivo dei panni sporchi in piazza. (dal Comunicato Stampa)


Anna Scalfi (Trento, 1965) attualmente lavora a Londra dove porta avanti il progetto “From inside (I like the system)”, un programma di PhD al dipartimento di Finance, Accounting and Management dell’University of Essex, UK. La sua attività si caratterizza per i tentativi di intrusione del linguaggio contemporaneo nella quotidianità con uno sguardo spesso rivolto al ripensamento critico degli spazi di riflessione e amministrazione della società.

Welcome to Italy, Mart, Rovereto, 4 maggio 2007 - 10 giugno 2007


Settantasei bandiere, hanno pacificamente invaso la piazza del Mart, eccezionalmente non per un evento sportivo, ma per il progetto artistico dell'artista e sociologa trentina Anna Scalfi che rappresenta 'fisicamente', sezionandole in base alla percentuale di donne sulla scena politica, la classifica mondiale della rappresentanza femminile in Parlamento, con l'Italia al settantaseiesimo posto, in coda a molti paesi in via di sviluppo. Nel 2007 anno europeo delle Pari Opportunità è opportuno fare un bilancio sulla situazione delle donne e constatare la loro esclusione dai vertici del potere, sia in ambito imprenditoriale che politico, nel privato come nel pubblico. L'operazione artistica di Anna Scalfi, un progetto di installazione, video e conferenza sui motivi dell'esclusione, ha il merito di portare in piazza in maniera brutale e plastica questa realtà. "Il personale e' politico" urlavano le femministe. Sulla scia delle loro battaglie e in linea con l'irruzione del pubblico-politico dell'arte e del momento progettuale dell'opera in Josef Beuys e con le ironiche operazioni delle Guerilla Girls (1985) sulle discriminazioni in ambito artistico, si posiziona il lavoro di questa artista, che mette in scena, con verve giocosa ma al contempo caustica, lo spettacolo delle discriminazioni e delle differenze, insinuandosi nella maglie della quotidianità, con elementi dissonanti che creano piccoli shock percettivi, sollevando nuovi interrogativi o rispolverandone di vecchi, come la trasformazione degli omini dei semafori e sui cartelli stradali di lavori in corso in donnine, con la semplice applicazione di un po' di scotch (Green woman on the traffic lights, 2005; Woman on the work in progress signal, 2006). Il lavoro di Anna Scalfi è un lavoro femminile ma al contempo femminista, che sfrutta gli stereotipi per urlarne la parzialità. È una battaglia a partire dall'analisi della realtà, superando il binomio arte/vita, che riconosce l'importanza del tessuto connettivale della società dalla genesi dell'opera fino alla sua fruizione e 'interpretazione' in continuo progress. I simboli popular, portatori di significati e convenzioni massificanti, vengono ricostruiti e reinventati, con operazioni minimali, attraverso l'applicazione di scotch su segnali stradali o ai semafori pedonali, o con l'aiuto di sarte che confezionano nuove bandiere, o magari affittando un distributore automatico. Ogni oggetto quotidiano è portatore di significati e convenzioni, veicola messaggi a volte pericolosamente massificanti. Sono veri e propri 'esercizi di sorpresa' dal risultato sempre imprevedibile. La bandiera, come anche il segnale stradale, assurge a simbolo ed autorappresentazione di un paese, veicolando comunicazione ed identità. Ma è una comunità monca: la rappresentazione convenzionale in nome dell'oggettività insabbia un genere.
Occorre, allora, intervenire, 'donne al lavoro', senza dimenticare la 'gonna' della propria femminilità. Non a caso sono donne le sarte, filmate al lavoro, chiamate a 'correggere' le bandiere cercando in esse una rappresentanza e rappresentazione. Cucito e ricamo sono occupazioni da secoli riservate alle donne e recentemente scoperte da uomini, ma, ahimè, solamente artisti. È un lavoro domestico, da angelo del focolare, come pure quello di accudimento e cura rimasto appiccicato alle donne, ancora relegate all'ambito privato, mentre i colleghi maschi banchettano in quello pubblico. Per creare una società equilibrata si deve ridefinire un nuovo patto sociale tra i 2 generi. Via libera quindi anche a segnali e bandiere 'al femminile' perché l'unico vero “vilipendio” è l'esclusione delle donne da un ruolo attivo nella società.

Family Monument ovvero l'effimero e il monumento


Strana gara davvero quella che si è conclusa domenica 10 giugno 2007 al Teatro Sociale di Trento nel corso di una serata in diretta televisiva sulla emittente locale TCA. Strana gara e strani i vincitori! Non si trattava infatti di una nuova maratona sportiva, di uno strano concorso di design o di bellezza. In un certo senso era un'operazione simile ad un casting, per reclutamento e selezione. Ma andiamo con ordine, rigorosamente inverso. Dopo mesi di attesa e di polemiche Trento ha finalmente la sua famiglia media, un cuore pulsante di carne e sangue che l'artista inglese Gillian Wearing immortalerà in un monumento di bronzo che verrà collocato entro l'anno in Piazza Dante. Il sindaco ha rassicurato sulla collocazione finale ma la Giunta non ha ancora – stranamente - deliberato in proposito. Che sia in disaccordo col primo cittadino o con l'opera? Una famiglia sola - con rigorosa indicazione del nome, anzi cognome (Giuliani) - a rappresentare tutte le famiglie: insomma in una piccola grande sineddoche il Trentino simbolo dell'Italia e della sua famiglia grazie ad una operazione artistica, targata Gillian Wearing-Galleria Civica di Trento. Ma se l'arte è un ombrellino che ripara da tutte le critiche, come diceva l'istrionico ed irresistibile Patrizio Roversi nella serata Family Night al Sociale, quest'ombrellino doveva avere qualche 'infiltrazione' viste le numerose critiche. Certo, alcuni sono saliti sul carrozzone nel criticare l'attività della Civica, 'colpevole' di avere un direttore troppo aperto all'arte di fuori provincia e non coadiuvato da un comitato scientifico - non eletto, come previsto nel Regolamento, dal Comune - che ne moderi gli estrosi entusiasmi, ma i punti in sospeso sono tanti. I soldi spesi per l'operazione paiono troppi e la fama internazionale dell'artista non convince Trento: perché non optare per artisti locali o perlomeno nazionali, scelti attraverso un concorso? Si vocifera poi anche di strani accordi con l'Oriente, di un bozzetto che verrò creato lì a partire dalla fotografia della Wearing da altri e poi fuso. Ancora una provocazione o una efficace dimostrazione del lavoro del mondo dell'arte? D'altronde anche l'italiano Pistoletto si vanta di non aver mai toccato uno specchio, quegli stessi oggetti che ne hanno decretato la popolarità, fiero di essere un intellettuale e non un artigiano. Comunque parlare di famiglia oggi è certamente di grande attualità – ma l'arte non doveva 'anticipare' la realtà? -: dalla politica alla cronaca, dalla religione alla pubblicità siamo bombardati. Si parla di famiglia come di un concetto 'univoco', condiviso, spesso sottacendo spiegazioni considerate inutili. La società cambia e con essa anche la famiglia. L'ISTAT si adegua e considera famiglia anche un nucleo con un solo componente. Cambiamenti macroscopici ma allo stesso stesso microscopici nella mentalità comune. È possibile afferrare la “famiglia”, almeno in una piccola Regione? Un aiuto nel compito della classificazione e dell'etichettamento è stato fornito dalla statistica, nella persona del prof. Ivano Bison che tra grafici a torta e colonnine (in mostra in 3D alla Civica!!) ha cercato di dare un volto matematico a questo concetto, renderlo oggettivo, verificabile, medio. Forse perché in media stat virtus... Purtroppo però a partire non dai dati statistici 'freschi' recuperabili anche on line dal sito del Comune (2006) e della Provincia (2005). Solo un errore di forma o di sostanza, con una valenza politica? Può essere una buona domanda visto che anche il marchio “Family in Trentino” presenta una allegra famiglia di 4 membri. Una coincidenza o un segno di vicinanza all'ideologia cattolica del Family Day? Definito a suon di numeri il tipo da cercare, una famiglia con un numero di componenti superiore di ben un punto percentuale alla 'realtà', si è provveduto alla ricerca, o meglio alla chiamata con comunicati stampa ed annunci sui quotidiani locali. Che questo errore numerico abbia inciso anche sulla risposta delle famiglie? Parallelamente brevi video-interviste a coraggiosi passanti e contributi scritti costituivano la documentazione 'dal basso', la vox populi. Da una parte la 'realtà' delle statistiche e dall'altra l'idea della gente o meglio l'idealizzazione. Una ventina di coraggiose famiglie si sono fate avanti spinte un po' per gioco e più dal desiderio di vedersi immortalate, o immolate, in un monumento che per perfetta rispondenza ai 'nuovi canoni'. Dopo una scrematura le cinque famiglie finaliste sono state vagliate da una giuria che riuniva esponenti politici, religiosi, artistici, culturali e dell'informazione. A dispetto delle statistiche, e forse dei pronostici, è stata scelta una famiglia a-tipica, mista (la moglie è di origini greche), giovane e con un bambino più piccolo rispetto alle 'richieste', per non 'stare troppo indietro' rispetto ai tempi che cambiano. Anche se comunque le famiglie miste non sono certo una novità, nemmeno per il Trentino, perlomeno dal 2000... Di fronte al concetto che diventa, nella statistica, stereotipo ci si ribella, scattando in avanti, mescolando ai numeri altri criteri. Quelli estetici. Perché vogliamo essere belli per “guardarci”, con ancora più stupore e nostalgia, invecchiare e cambiare come società. Nel frattempo per il mese di giugno la Galleria Civica si è trasformata in un set televisivo per realizzare il talk show “Family Talks”: tre appuntamenti (5, 14, 19 giugno) per discutere con piglio multidisciplinare di famiglia, tra percezione e realtà, deriva futura (la famiglia trentina, la famiglia reale e la famiglia del futuro). La televisione fa parte della nostra quotidianità, media e plasma anche i nostri pensieri. Allo stesso tempo accanto alla manipolazione del dato reale ne consente una rappresentazione 'oggettiva'. È quest'ultimo aspetto l'aspetto che interessa a Gillian Wearing. La stessa tensione verso il reale nel tentativo di fissarlo lo dimostra il suo utilizzo della fotografia e del documentario.
Fissare l'inafferrabile e per di più immobilizzarlo nel bronzo, eternare un concetto, attraverso una forma realistica, rappresentativa. C'è una sottile e disarmante ironia in questa operazione. Anzi l'ironia è spalmata su livelli differenti: sull'uso e l'importanza della televisione, sul protagonismo sfacciato da reality show, sulle simbologie, sulle etichette. La storia del linguaggio è la storia delle etichette, del tentativo di catturare l'inafferrabile, della costruzione di concetti astratti e di rappresentazioni. Adamo si macchia in questo di ùbris (tracotanza), cerca di sfidare il tempo e lo spazio, costruendosi vocabolari. La Wearing si comporta da sociologa e da confidente, cercando di mediare tra la statistica, la realtà e l'idealizzazione, nello spinoso terreno schizofrenico tra ciò che siamo e ciò che vorremmo essere. Informandocene. Facendoci riflettere su elementi della nostra quotidianità e della nostra esperienza, costringendoci a fare i conti con i nostri tabù, le nostre rigidità e banalità. Per darci, forse, la possibilità di fare un passo in avanti, di osservare ed osservarci con uno sguardo diverso e consapevole. Non parla per noi e di noi, ma ci interroga complice, attenta, pensierosa. Non dà giudizi, raccoglie ed elabora informazioni, stimola movimenti sotterranei. È un'arte relazionale (Nicolas Bourriaud, Esthétique relationnelle, Paris 2001), filtrata attraverso i media, che assume anche una valenza sociale e politica. L'opera d'arte non è calata dall'alto, imposta, ma in un certo senso concordata, frutto di reciproche influenze ed interrelazioni tra artista e fruitore, come ben dimostra il continuo mutare del progetto della Wearing, dal titolo (The Perfect Family, The Real Family, Family Monument) alle modalità di realizzazione. Allo stesso tempo diventa un progetto di arte pubblica, che esce al di fuori dei progetti spazi di un luogo consacrato all'arte per entrare attivamente e fattivamente nel tessuto urbano e sociale. Da quest'autunno avremo la Famiglia in piazza. Forse.

16 luglio 2008
«Mi sono visto!» è il primo commento entusiasta di uno dei membri della famiglia Giuliani, il piccolo Leonardo, che non resiste alla tentazione di sbirciare sotto il drappo che proteggeva da occhi indiscreti il monumento alla famiglia tipo trentina nel 2007, che coincide con la sua. Emozionate anche le amiche nonché compagne di scuola di Maria Eleni, Cristina, Linda e Mariagiulia, che commentano: «È diventata famosa. La statua le somiglia abbastanza. Non siamo invidiose di lei ma siamo felici per l'opportunità che le è stata data» ma aggiungono in coro «No! Noi non avremmo voluto essere al suo posto», ma non disdegnano la foto. All'inaugurazione anche gli 'abitanti' di Piazza Dante, incuriositi. Paolo e Ronny ci dicono: «Si aspettava l'arrivo del monumento. Ci hanno portato via alcune panchine. È un'opera molto bella e in un bel posto. Sono soldi spesi bene». Di tutt'altro avviso Rosemarie Callà, secondo la quale «Il budget è stato troppo elevato se il principio conduttore del monumento è quello di parlare della famiglia e valorizzarla. Ci sono poche informazioni circa le modalità di realizzazione del monumento, probabilmente eseguito in Cina per risparmiare sui costi. Se è così, non è certo una cosa positiva viste le pessime condizioni di lavoro in quel paese». Critico invece anche un gruppo di manifestanti delle associazioni arcigay e arcilesbica, la cui portavoce, Roberta Ferrario, ci dice: «Il monumento ci sembra incompleto. Noi siamo qui come un'aggiunta», rappresentando le “Invisible families”, nuovi gruppi famiglia assenti nella statistica alla base del monumento di Gilliam Wearing. Aggiunge ancora «Non siamo contro l'opera d'arte in sé ma contro l'esposizione pubblica che la fa diventare monumento e quindi un modello, un'idea di famiglia che rischia di creare discriminazioni nei cittadini trentini». Niente musi lunghi, invece, per la famiglia Spinelli, scartata nella finale del 10 giugno 2007 al Teatro Sociale di Trento con le altre finaliste, le famiglie Scartezzini, Callegari e Ghidoni, ma addirittura un po' di sollievo, date le numerose polemiche «A questo livello la cosa mi imbarazzerebbe. Anche se un monumento in vita non mi dispiacerebbe» ci confida il capofamiglia, che esplicita il suo grande amore per il karaoke e la sua mania di protagonismo. Un desiderio accontentato dall'artista Gian Marco Montesano che ha autonomamente realizzato un loro ritratto a grandezza naturale (1,80x1,50) su un basamento. Per un'opera d'arte persa un'altra guadagnata.

lunedì 14 luglio 2008

Ah, le vacanze!!

RAPPUT - Senza fiato
(C. Bisio, S. Conforti)

E quella volta un domenica d'ottobre gia' l'autunno ci moriva addosso
io fumavo sigarette amare tu come uno specchio rotto riflettevi
quell'immagine sbiadita del ricordo del frammento di un brandello del
profumo di quell'angolo d'estate e mi dicesti: "Voglio vivere la vita
come un alito di vento nell'aurora ch'è inseguita dalla notte già
racchiude le speranze d'un domani tutto mio che mi appartenga e come
donna accarezzare nuovi scampoli d'assenza" io dicevo "Si capisco vuoi
gli scampoli d'assenza" ma pensavo
PUTTANA

Cosi' pensasti decidesti mi annunciasti "quest'estate vado in Grecia
con Giovanna mi preparo ad accarezzare nuovi scampoli d'assenza" io ti
dissi "scusa cara cosa cazzo ti prepari per l'estate siamo ad ottobre
e' quantomeno prematuro" tu piangesti tutta notte ed al mattino ti
svegliasti gli occhi pesti ripiangesti mi dicesti: "siamo onesti vuoi
che resti per tarpare le mie ali ed impedirmi di volare e come donna
accarezzare nuovi scampoli d'assenza" io ti dissi "no prudenza non
potrei vederti senza quei tuoi scampoli d'assenza io rispetto le tue
scelte" questi dissi ma pensavo dentro me che tu e Giovanna in Grecia
c'andavate solo per sentirvi
PUTTANA

Poi sei tornata dalla Grecia io fingevo che non m'importava niente ti
chiedevo le notizie piu' banali tipo: "chissa' quanta gente avrai
trovato che bordello di turisti" tu negavi ed affermavi " no no no
no no no no no no no no no eravamo solamente io Giovanna sopra
un'isola deserta insomma tipo c'hai presente due chilometri di
spiaggia tutta vuota dormivamo in un capanno in riva al mare ed ogni
sera i pescatori ci portavano del pesce facevamo le grigliate sulla
spiaggia e cantavamo a scuaciagola e canzoni di Battisti fino all'alba
tanto l'isola e' deserta" mi dicevi e io pensavo "ma che cazzo tutti
quelli che ritornan dalla Grecia sono stati sopra un'isola deserta
tipo c'ho presente due chilometri di spiaggia vuota col capanno e i
pescatori ma contando tutti quelli che mi dicono 'sta cosa io mi
chiedo quante cazzo d'isolacce deve averci questa merda d'una Grecia e
poi questi pescatori greci non potrebbero pescare in alto mare ed
inficcarsi con le reti senza andare ad importunare le ragazze come te
che normalmente sono brave ma travolte dagli eventi non disdegnano di
fare la
PUTTANA

E adesso tu mi chiedi come mai son cosi' pallido e patito mentre tu sei
tanto sana la risposta e' fra le rige di quest'aria che ti canto che
nel mentre che tu stavi sopra l'isola deserta stafogandoti di cozze con
Giovanna e i pescatori io da solo chiuso in casa non potevo fare a meno
di pensare a te te lontana già da qualche settimana ho composti una
canzana praticando una gimkana che m'ha fatto al fin capire che tu sei
saresti stata eri fosti sarai sempre dillo pure anche Giovanna
(PUTTANA)
IL MIO AMORE, si il mio amore
Nonostante qualche dissapore
Come una libellula selvaggia Io sorvolerei pero'
"dimmi cos'hai fatto con il greco sulla spiaggia"
SENZA FIATO
SENZA BRONCO
TU SEI RITORNATA MA TI STRONCO
Se ti lascio in faccia i segni del saldatore so che capirai io non ti
serberò rancore

Le donne erano in vacanza sull'isola di Zacinto
Sono state pagate per partecipare alla competizione
Grecia, una gara di sesso orale. Nove prostitute arrestate
ATENE - L'isola che diede i natali al celebre poeta Ugo Foscolo è ancora fonte di ispirazione. Si tratta sempre di amorosi sensi, ma non in corrispondenza. Non c'è nulla di trascendentale, infatti, in quello che è accaduto lo scorso fine settimana nella tranquilla isola greca. Nove prostitute inglesi sono state arrestate per comportamenti osceni dopo aver preso parte ad una competizione di sesso orale.
Le donne erano in vacanza sull'isola, ma al riposo hanno preferito il singolare concorso e sono state pagate per sfidarsi nel sesso orale sulla spiaggia di Laganas a sud dell'isola ionica.
L'evento ha coinvolto sei uomini britannici e sei greci, tra cui due proprietari di un bar. Sembra che un video, destinato a circolare in internet, abbia immortalato questa gara vagamente "dionisiaca". Le baccanti sono tornate.


Repubblica, 14 luglio 2008

martedì 1 luglio 2008

PAESE CHE VAI USANZE CHE TROVI

La spiegazione: «È scritto senza errori. Ed esprime comunque un'idea»
Il tema con «vaffa...»? Non è da zero
Prof britannico premia con 2/27 il compito in classe di un ragazzo. Fatto di sole due parole: «Fuck off»
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
LONDRA — Tema di inglese alla maturità in una scuola del Regno: «Descrivi la stanza dove sei seduto». Svolgimento: «Fuck off». Per chi non conosce le parolacce in spoken english è l’equivalente di «vaffa...» nella lingua di Shakespeare.
L’esaminatore, che è un importante professore britannico, non ha battuto ciglio, non si è offeso e non ha dato zero al sedicenne. Il voto è stato 2 su 27: uno guadagnato perchè non c’erano errori di ortografia o di sintassi nel tema e il secondo perchè la frase esprime un pensiero compiuto. Il professor Peter Buckroyd ha spiegato nelle sue note al componimento che per guadagnare un punteggio minimo gli studenti debbono dimostrare di saper esporre «qualche semplice sequenza di idee» e saper «mettere alcune parole in ordine». Dunque «vai a fare...» ricade nella categoria valutabile con una certa positività. Il professore ha aggiunto che avrebbe aggiunto un voto in più se il ragazzo avesse concluso la frase con un punto esclamativo «Fuck off!», certamente adatto a un’ingiuria brusca.
La storia è stata raccontata dal Times, che si è scandalizzato, perchè il GCSE, General Certificate of Secondary Education, è un rito del sistema scolastico britannico, viene affrontato ogni anno da circa 780 mila sedicenni ed è decisivo per le iscrizioni alle più o meno prestigiose università. «Scrivete f*** off nel tema e prenderete il 7,5% del voto massimo. Aggiungete un punto esclamativo e il voto salirà all’11%», ha scritto il giornale con logica aritmetica.
Mr Buckroyd, che è chief examiner, responsabile anche per la preparazione dei colleghi membri di commissione d’esame, ha tenuto il punto. «Meglio un insulto che lasciare il foglio in bianco come fanno molti nostri ragazzi. Sarebbe stato sbagliato dare zero, perchè quel fuck off ha mostrato una istruzione di base». L’organismo di controllo degli esami AQA (Assessment and Qualifications Alliance) ora dice che è il caso di rivedere le linee guida per la valutazione della maturità. Ma concorda con il professore che il «caso unico di espressione del candidato andava comunque considerato».

Guido Santevecchi - LA STAMPA
30 giugno 2008

mercoledì 18 giugno 2008

C'era una volta la notizia

MILANO — «Pronto? Sono Silvio Berlusconi e vorrei comprare i coltelli». Scrive Mario Prignano sul settimanale «A», in edicola da oggi: «Quando al centralino della televisione hanno sentito qualcuno che diceva di essere il presidente del Consiglio e voleva acquistare dei coltelli, hanno pensato a uno scherzo. Fino a quando il compratore non ha comunicato il numero della carta di credito e l'indirizzo di Arcore al quale far recapitare la merce». Allora ci hanno creduto. E in effetti, l'illustre compratore, il premier, non è nuovo ad acquisti di prodotti visti nelle televendite, programmi che proprio lui, con la tv commerciale, ha contribuito a lanciare e che sulle reti Mediaset sono sempre in voga.

lunedì 9 giugno 2008

FLESSIBILITà


Un giorno, due giorni, tre giorni.... Chi lo sa! Di tutto sono disposti a fare pur di non pagarti un giorno in più... E non importa il tuo ruolo, la continuità....
E io aspetto una data... che varia ormai di giorno in giorno (con le ire della segretaria).
Sarò la precaria dell'anno?